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Il SIC non sfrutta appieno possibilità contro l’estremismo di sinistra

Prisca Fischer, direttrice dell'AVI-AIn,
Prisca Fischer, direttrice dell'AVI-AIn. Keystone-SDA

Le recenti critiche rivolte al Servizio delle attività informative della Confederazione mettono in luce carenze nella gestione dell’estremismo di sinistra e irregolarità nel trattamento dei dati legati agli oppositori delle misure anti-Covid, secondo due rapporti dell’autorità di vigilanza indipendente.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) non avrebbe utilizzato tutti i mezzi a sua disposizione nella lotta contro la violenza di estrema sinistra e avrebbe conservato troppo a lungo i dati relativi agli oppositori delle misure anti-Covid.

È quanto emerge da due rapporti condotti dall’autorità di vigilanza indipendente sulle attività informative (AVI-AIn) riportati lunedì dalla Radiotelevisione svizzerotedesca SRF.

Stando al primo rapporto, a causa delle risorse limitate rispetto all’attuale situazione di minaccia nel campo dell’estremismo violento di sinistra in Svizzera, il SIC non sarebbe in grado di adempiere in modo ottimale al proprio mandato.

L’anno scorso il servizio d’intelligence ha registrato 60 episodi violenti legati all’estremismo di sinistra. La minaccia è classificata come “elevata”.

Tuttavia, secondo il rapporto, il SIC manca di personale nel settore dell’estremismo di sinistra e la collaborazione con i servizi di sicurezza cantonali è peggiorata. Secondo Prisca Fischer, direttrice dell’AVI-AIn, il fatto che il SIC non utilizzi tutti i mezzi a sua disposizione ha anche a che fare con la cultura manageriale. “Quest’ultima porta il personale a essere eccessivamente cauto”, ha dichiarato Fischer alla SRF.

Capacità ampliate

Lo stesso SIC sottolinea di aver recentemente potenziato le proprie capacità nel settore dell’estremismo di sinistra e di aver in programma un ulteriore ampliamento. Il servizio di intelligence utilizza i mezzi e gli strumenti a sua disposizione per legge con grande attenzione e tenendo conto della situazione specifica, ha scritto in una presa di posizione, di cui è in possesso anche l’agenzia Keystone-ATS.

“Da anni il SIC sottolinea che il divario tra le aspettative sempre crescenti nei confronti delle sue prestazioni e le risorse operative disponibili sta diventando sempre più ampio, non solo in singoli settori, ma a livello trasversale”, ha aggiunto il servizio di intelligence. Le crescenti aspettative derivano principalmente dall’aggravarsi della situazione geopolitica e dalle sfide che ne derivano per tutte le autorità di sicurezza.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione giustifica la sua decisione di rinunciare all’uso di determinati mezzi in alcuni casi con considerazioni di sicurezza volte a proteggere i propri collaboratori e quelli dei servizi cantonali partner.

Dati relativi al Covid conservati troppo a lungo

In un secondo rapporto, l’AVI-AIn dimostra che il servizio di intelligence ha conservato illegalmente per troppo tempo i dati relativi agli oppositori delle misure anti-coronavirus. “Si tratta di meno di dieci nomi di persone o gruppi nell’ambito dell’estremismo legato al coronavirus”, ha dichiarato ancora Fischer alla SRF.

Il SIC sospettava che le persone interessate potessero ricorrere alla violenza. Secondo la legge, tuttavia, tali dati devono essere cancellati al più tardi dopo un anno se il sospetto non trova conferma. Secondo l’AVI-AIn, proprio questo non è avvenuto nei casi contestati. Nel frattempo i dati sono stati cancellati, comunica il SIC.

Il servizio di intelligence ha reagito alle critiche non confermate affermando di aver verificato e rimosso i dati a posteriori. Inoltre, avrebbe introdotto cosiddette misure sostenibili per garantire che in futuro si evitino violazioni simili.

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