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Una donna su cinque vittima di violenze sessuali in Svizzera

donne con cartelli davanti a palazzo federale
Manifestazione contro la violenza sessuale davanti a Palazzo federale, martedì 21 maggio. © Keystone / Anthony Anex

Il 22% delle donne in Svizzera hanno subito atti sessuali non consensuali e il 12% hanno avuto un rapporto sessuale contro la loro volontà. È quanto emerge da un'indagine condotta per conto di Amnesty International.

È un quadro assai allarmante quello uscito dall’inchiesta dell’istituto gfs.bernCollegamento esterno, che ha intervistato 4’495 donne di un’età superiore ai 16 anni residenti in Svizzera.

“I risultati sono scioccanti – ha dichiarato martedì in una conferenza stampaCollegamento esterno la direttrice generale di Amnesty Svizzera Manon Schick. Rivelano che i casi registrati nelle statistiche della polizia sulla criminalità rappresentano solo la punta dell’iceberg. In Svizzera nella grande maggioranza dei casi le aggressioni restano impunite”. Nel 2018, la polizia ha infatti registrato soltanto 1’291 infrazioni legate alla violazione dell’integrità sessuale (coazione sessuale o stupri).

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“È spaventoso constatare fino a che punto le donne parlino poco delle aggressione sessuali vissute, anche all’interno della loro cerchia più ristretta”, le ha fatto eco Cloé Jan, dell’istituto gfs.bern. Stando all’inchiesta, quasi la metà delle donne (49%) tiene per sé l’episodio di violenza e solo l’8% lo aveva denunciato alla polizia.

Diritto penale “obsoleto” 

In una petizioneCollegamento esterno, Amnesty chiede alla ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter di presentare proposte di riforma del diritto penale affinché tutti gli atti sessuali senza consenso reciproco siano punibili.

In materia di reati contro l’integrità sessuale, il diritto penale svizzero è obsoleto e non è conforme con le norme internazionali relative ai diritti umani, in particolare con la Convenzione di Istanbul, sostiene Amnesty International basandosi su un’analisi giuridica.

“Oggi molte vittime sono in una posizione di debolezza in tribunale e non ottengono giustizia. Poiché la norma in materia di stupro presuppone la coercizione, si chiede indirettamente alla vittima di difendersi – ha spiegato Nora Scheidegger, avvocata ed esperta in materia di infrazioni contro l’integrità sessuale. Questo è profondamente problematico poiché la ‘paralisi involontaria’ o lo ‘choc’ sono delle reazioni fisiologiche e psicologiche molto frequenti in concomitanza con la violenza sessuale”.

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