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Farmaco “miracoloso” anti-Covid, inchiesta di Swissmedic

Scatole di Echinaforce vendute in farmacia
Consigli per gli acquisti... vietati? Keystone / Alexandra Wey

Swissmedic, l'istituto federale sugli agenti terapeutici, vuole vederci chiaro sul farmaco a base di erbe prodotto a Roggwil, nel Canton Turgovia, su cui è scatenata negli scorsi giorni una vasta speculazione anche sul web.

In particolare, l’autorità di controllo sui farmaciCollegamento esterno ha aperto un’indagine su una presunta violazione del divieto di pubblicità, dopo che numerosi media avevano riportato notizia della sua efficacia nella cura del Covid-19.

Il servizio del TG:

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Il 9 settembre infatti la rivista scientifica Virology JournalCollegamento esterno ha pubblicato una ricerca condotta dal laboratorio nazionale di SpiezCollegamento esterno, nel Canton Berna, secondo cui l’Echinaforce, preparato fabbricato dalla A. Vogel AG di Roggwil (TG) dalla pianta Echinacea purpurea, avrebbe proprietà terapeutiche contro il coronavirus e si sarebbe mostrato efficace anche nei confronti del Sars-Cov1 (all’origine di una pandemia nel 2002) e del Mers-Cov.
 

Swissmedic: “Per mancanza di studi sull’esatto effetto degli estratti di echinacea sull’uomo e quindi per motivi di sicurezza dei pazienti, la promozione dell’uso di Echinaforce® contro i virus corona non è consentita. Tale promozione è considerata ingannevole per i consumatori, poiché li porta a credere nell’efficacia sull’uomo, suscitando potenzialmente un falso sentimento di sicurezza”.

In realtà lo stesso laboratorio federale aveva sottolineato che lo studio si è concentrato sulle analisi in vitro di colture cellulari e non vi è alcuna prova scientifica dell’efficacia del principio attivo sull’uomo.

Manca in sostanza tutta la sperimentazione clinica. Non è quindi possibile trarre conclusioni mediche dai test condotti da Spiez, ha comunicato Swissmedic che parla di interpretazioni errate sulle conclusioni della ricerca.

Ma la notizia era subito rimbalzata sulle reti sociali da cui è partita un’ondata di acquisti del farmaco della casa di Roggwil, che ha coinvolto anche siti online di dubbia affidabilità e privi delle necessarie autorizzazioni per la vendita al dettaglio di medicamenti, con conseguente impennata dei prezzi.

Per l’agenzia federale si tratta ora di verificare se siano state violate le norme che impongono restrizioni alla pubblicità dei farmaci, in particolare quella che ne prescrive l’approvazione dell’autorità competente.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 17.9.2020)


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