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Avanti con la didattica in presenza in Svizzera

Il presidente della Confederazione Guy Parmelin
Il presidente della Confederazione Guy Parmelin davanti ai media Keystone / Peter Klaunzer

Il Consiglio federale valuta l'evoluzione della pandemia: divieto di ingresso per i viaggiatori provenienti dal Brasile ma l'insegnamento in presenza viene mantenuto.

Mentre si conferma in questi giorni il calo relativo delle nuove infezioni di Covid-19 in Svizzera, stabilizzatesi sotto le tremila al giorno (2’727 mercoledì con 70 decessi e 137 ospedalizzazioni), il governo federale pensa a ulteriori restrizioni per circoscrivere i casi riconducibili alle varianti, sensibilmente più contagiose, di Sars-cov2 che raddoppiano ogni settimana che passa.

Alle mutazioni britannica e sudafricana si è aggiunta infatti recentemente quella brasiliana, notevolmente più aggressiva, che ha convinto le autorità elvetiche a emanare un divieto di entrata nella Confederazione per i viaggiatori provenienti dal popoloso Stato sudamericano.

Il Brasile si aggiunge quindi a Regno Unito, Irlanda e Sudafrica nella lista nera emanata da Berna.

Il governo, che ha sentito la Conferenza dei direttori cantonali dell’istruzione e la commissione federale Covid-19, sta in particolare esaminando la questione scolastica. Cantoni ed esperti sembrano propendere per mantenere l’insegnamento in presenza dopo attenta valutazione degli impatti, a livello sanitario e didattico, delle diverse ipotesi. Ma la situazione viene costantemente monitorata. E ad Argovia le lezioni nei licei e nelle scuole professionali saranno effettuate a distanza.

Da parte sua il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha affermato che “i cittadini nel loro insieme stanno rispettando le regole” stringenti decise una settimana fa. “So che non è sempre facile uniformarsi alle norme sanitarie e alle chiusure” ma “non siamo i soli a essere così restrittivi”, ha precisato il ministro dell’economia, alludendo espressamente a Italia, Austria, Germania e Francia.

Il Consiglio federale, che ha nuovamente invitato i residenti a immunizzarsi contro il Covid-19, ha informato di aver ricevuto finora 500’000 dosi di vaccino contro il coronavirus, per le quali sono in corso trattative anche con diversi produttori.

Intanto però si stanno avvertendo i primi effetti dei ritardi nelle consegne annunciati da Pfizer/Biontech. Alcuni cantoni, tra i quali i Grigioni, hanno dovuto rivedere il programma di immunizzazione della popolazione. Situazione analoga si registra anche all’estero, dove numerosi paesi hanno manifestato irritazione e minacciato azioni legali contro il gruppo farmaceutico tedesco-americano.

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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 20.1.2021)

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