Nessun aiuto per la riconversione professionale di chi si prostituisce
Secondo l'autrice della mozione, l'80-90% delle persone che si prostituiscono smetterebbe immediatamente se lo potesse.
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Le persone che desiderano abbandonare la prostituzione non saranno aiutate a riconvertirsi professionalmente. Mercoledì il Consiglio degli Stati ha respinto all'unanimità una mozione del Consiglio nazionale in tal senso.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
La mozioneCollegamento esterno dell’ex deputata del Partito evangelico Marianne Streiff non ha convinto il Consiglio degli Stati.
Il testo chiedeva al Governo federale di elaborare una strategia, articolata in misure concrete, che riguardi la formazione, il reinserimento professionale, l’alloggio e il sostegno psicoterapeutico delle persone che si prostituiscono. L’obiettivo principale era quello di dare loro i mezzi per guadagnarsi da vivere in modo indipendente a lungo termine.
Alcuni studi – sottolineava nella mozione Marianne Streiff – dimostrano che l’80-90% delle persone che si prostituiscono smetterebbe di lavorare immediatamente se potesse. La maggior parte di loro si prostituisce per necessità economica o sotto costrizione, rilevava ancora l’ex deputata Marianne Streiff.
Ad essere particolarmente colpite sono le persone immigrate, poiché la prostituzione è spesso l’unico modo per sfamare sé stesse e le loro famiglie.
Il Consiglio degli Stati ha però seguito il parere del Governo. Nella sua presa di posizione, il Consiglio federale aveva indicato di condividere la richiesta della mozione di sostenere le persone che lavorano nell’industria del sesso intenzionate a lasciare la loro attività. Tuttavia, “il disciplinamento della prostituzione compete in primis ai Cantoni”, aveva sottolineato il Governo.
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