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Ristoratori e commercianti in rivolta a Ginevra

Manifestanti con cartelli inneggianti alla libertà di commercio e contro lo stato.
Keystone / Martial Trezzini

Esasperati per le chiusure imposte dal governo cantonale a causa della pandemia, commercianti,  ristoratori e gestori di bar e caffè sono pronti a non rispettare le chiusure disposte dal cantone.

Circa 600 persone hanno manifestato giovedì pomeriggio nel quartiere ginevrino di Plainpalais su invito della Società caffettieri, ristoratori e alberghieri di Ginevra (SCRHG). Obiettivo della manifestazione: ottenere la riapertura immediata di tutti i commerci.

“Gli aiuti non corrispondono ai nostri bisogni”, ha dichiarato il presidente della SCRHG, Laurent Terlinchamp. “Il Consiglio di Stato ha dimenticato la realtà del terreno: i tram sono arcipieni mentre i commerci sono chiusi”, gli ha fatto eco Yves Menoud, segretario padronale della Nouvelle Organisation Des Entrepreneurs.

Nel corteo hanno sfilato numerosi ristoratori e impiegati del settore, che si chiedono come potranno sopravvivere dopo questo secondo semi-confinamento. Ritengono di essere stati sacrificati a torto dalle autorità durante la seconda crisi sanitaria.

Confronto serrato

È un confronto sempre più diretto quello che a Ginevra, sull’onda della grave ripresa della pandemia, sta opponendo il settore della ristorazione al Governo cantonale. I gerenti di bar e ristoranti lanciano un nuovo grido d’allarme per la loro sopravvivenza e, se non potessero riaprire al più presto, potrebbero anche non rispettare le chiusure disposte dal cantone. È quanto la stessa associazione di categoria ha preannunciato in una nota inviata al Consiglio di Stato.

Una sorta di ultimatum? A detta di Laurent Terlinchamp, presidente dell’organizzazione, non si tratta di minacciare l’Esecutivo ma di fare “un ultimo tentativo non aggressivo, di fronte ad una situazione che non è più sostenibile”.

“Oggi la legge autorizza la Confederazione e i cantoni a chiudere le attività, ma non li obbliga a proporre dei piani d’accompagnamento. Con cosa allora posso pagare le spese, l’affitto, il cibo?”, contesta Terlinchamp. “Visto che gli aiuti sono insufficienti o non esistono, tutti possono capire che non si può vivere senza soldi”, sottolinea.

E in attesa di una presa di posizione da parte del Governo cantonale, è già stata indetta per domani, giovedì, una manifestazione per reclamare la riapertura immediata a Ginevra di tutti gli esercizi commerciali.

Il servizio da Ginevra del nostro inviato:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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