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Svizzera sempre più paese di transito

La pressione migratoria sull’Europa e sulla Svizzera non cala: la sostanziale crescita degli arrivi registrata in Italia potrebbe presto avere delle ricadute sul nostro Paese. L’attrattiva della Svizzera sui richiedenti asilo è però diminuita. È quanto ha dichiarato il segretario di Stato alla migrazione Mario Gattiker, in un’intervista diffusa giovedì da diversi giornali svizzero-francesi.

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L’Italia, rileva Gattiker, ha già registrato un incremento del 60% negli arrivi in confronto ai primi mesi del 2016. “Non è da escludere che una parte di queste persone arriverà in Svizzera dal Ticino”.

Tuttavia, precisa il segretario di Stato alla migrazione, nella Confederazione l’aumento dei richiedenti l’asilo non raggiungerà il 60%: “L’attrattiva della Svizzera è diminuita con il trattamento in maniera accelerata delle domande d’asilo poco fondate, presentate da persone provenienti da Paesi per i quali il tasso di riconoscimento è basso”.

Per il momento, “le domande d’asilo sono perfino in calo, in confronto al primo trimestre 2016″. In febbraio, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) aveva censito 1507 richieste, ossia il 5% in meno che a gennaio. Comparate allo stesso periodo del 2016, le nuove domande sono diminuite del 44%.

La Confederazione applica in maniera “rigorosa” gli accordi di Dublino, aggiunge Gattiker, e “attualmente l’Italia registra quasi tutti i nuovi arrivati”.

Il problema Libia

In Libia, deplora il segretario di Stato alla migrazione, “ci sono tra un mezzo milione e un milione di persone sfruttate da gruppi criminali o terroristi che organizzano un traffico di esseri umani attraverso il Mediterraneo”.

“Si contano circa 5000 morti nel 2016. È inaccettabile”, continua. Dall’inizio dell’anno, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha già registrato più di 900 morti sull’itinerario che collega la Libia all’Italia.

La Svizzera ha così deciso, in marzo, di coordinare le sue attività con otto Paesi europei -tra cui la Germania, l’Italia e la Francia- e nord-africani, per “accogliere le sfide” legate a questa rotta migratoria. La strategia mira ad aiutare la Libia a proteggere meglio le sue coste, spiega Gattiker.

Oltre 24’000 migranti sono arrivati dalla Libia in Italia nei primi tre mesi del 2017, secondo l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr), contro 18’000 nello stesso periodo del 2016. L’anno scorso 181’000 migranti -un record- avevano raggiunto l’Europa attraverso le coste italiane; il 90% di essi proveniva dalla Libia.

Eritrei in Svizzera: più difficile chiedere asilo

In interviste apparse sui quotidiani svizzero-tedeschi “Tages-Anzeiger” e “Der Bund”, Mario Gattiker si è anche espresso sulla prassi più severa della Svizzera nei confronti dei richiedenti asilo provenienti dall’Eritrea. Questi ultimi non ricevono più asilo solo perché hanno lasciato il loro Paese illegalmente. Lo ha deciso il Tribunale amministrativo federale (TAF) in una sentenza di principio lo scorso febbraio.

La decisione riguarda al momento alcune centinaia di persone, afferma il segretario di Stato alla migrazione. Le loro richieste d’asilo sono state respinte e non sono nemmeno accolti provvisoriamente in Svizzera: “Per loro un ritorno è ragionevole”.

Tuttavia, l’Eritrea si rifiuta di riaccogliere queste persone “sebbene ogni Paese vi sia obbligato secondo il diritto internazionale”, precisa Gattiker. Se i richiedenti respinti tornano invece volontariamente nella loro patria, l’Eritrea si dice pronta a collaborare.

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