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Tutti prosciolti nel processo Consonni

La Corte delle assise criminali di Lugano ha assolto l'imprenditore Marco Consonni e altre sei persone, accusate di usura aggravata e falsità in documenti.

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È sicuramente destinata ancora a fare discutere la sentenza emessa lunedì dal tribunale ticinese in quello che era stato definito uno dei casi di mala-edilizia più gravi mai avvenuti in Svizzera. Il sindacato Ocst, all’origine della procedura, si è detto “sconcertato” e valuterà, dopo aver preso conoscenza delle motivazioni della Corte, se presentare ricorso.

Per gli imputati, tra cui il titolare della Consonni Contract di Chiasso, specializzata in arredamenti di interni per dimore di lusso e alberghi, è stata stralciata l’accusa di usura aggravata, sulla base di un precedente decreto di abbandono da parte della procura, per i reati di coazioni ed estorsione, risalente all’anno scorso. Per vederci più chiaro sulle ragioni che hanno spinto la Corte ad abbandonare la procedura bisognerà come detto attendere le motivazioni.

Soddisfatti naturalmente gli avvocati della difesa, battutisi per il proscioglimento e che avevano sostenuto la tesi dell’assenza di reato, poiché i dipendenti in sostanza avevano accettato la situazione.

La vicenda riguardava fatti avvenuti tra il 2008 e il 2016. Gli imputati erano accusati di aver sfruttato almeno 11 dipendenti provenienti dall’Italia. Ad alcuni di loro sarebbe stato chiesto di restituire parte del salario versato, circa il 40%. Oppure gli operai erano impiegati a tempo pieno con contratti a tempo parziale. Questo agire avrebbe fruttato oltre mezzo milione di franchi.

La procuratrice pubblica aveva chiesto nei confuna pena tre anni e otto mesi di carcere da espiare nei confronti del titolare.

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