La Svizzera ha restituito all’Italia beni culturali di diverse epoche
Situla in bronzo con anse decorate di circa 2400 anni fa
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A Berna, la direttrice dell'Ufficio federale della cultura (UFC) Carine Bachmann ha consegnato all'ambasciatore italiano in Svizzera Gian Lorenzo Cornado dei beni culturali della vicina penisola.
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Keystone-ATS/fra
La restituzione avviene in virtù della Legge federale sul trasferimento internazionale dei beni culturali (LTBC), in vigore da oltre 20 anni e che è la base legale per l’attuazione in Svizzera della Convenzione UNESCO del 1970 concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali.
Fra gli oggetti restituiti, di diverse epoche, vi sono alcune monete in rame, argento e oro risalenti a un periodo che va dal II secolo d. C. all’epoca bizantina, un affresco romano, una statua bronzea di Ercole del II secolo d. C. e un piatto etrusco in ceramica decorata. Particolarmente degna di nota è una situla (parola latina, indicante un secchio, a forma di tronco di cono allargato in alto e provvisto di due maniglie mobili) in bronzo con anse decorate di circa 2400 anni fa. Questo tipo di recipiente era molto diffuso nell’Antichità e il suo utilizzo come corredo funerario è attestato in Etruria e nell’Italia centro-meridionale fin dal periodo tardo-villanoviano.
>>Ecco alcuni oggetti restituiti:
Vaso romano in argilla del tipo «olla», in questo caso «olletta» per via delle piccole dimensioni, III–I secolo a. C., probabilmente usato come stoviglia o come urna funeraria.
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Nove monete d’oro, Antonio Venier, Zecca di Venezia, 1382–1400 d. C.
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Piattello etrusco del tipo Genucilia, III-IV secolo a. C.
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Un momento della conferenza stampa. Si nota in primo piano la statua bronzea di Ercole del secondo secolo dopo Cristo.
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Alcuni degli oggetti restituiti sono stati sequestrati nel corso di procedimenti penali condotti nei Cantoni di Basilea Città, Ginevra, San Gallo, Zurigo, Ticino e Neuchâtel e consegnati alla Confederazione. Ne è stata disposta la confisca perché erano stati importati illegalmente in svizzera o trasferiti illecitamente nell’ambito del commercio d’arte.
Diversi oggetti erano in possesso di due privati che hanno scelto volontariamente di restituirli all’Italia. Nei casi di restituzione volontaria, come questi, l’UFC fa da mediatore tra i privati interessati e il Paese di origine dei beni culturali.
Quanto avvenuto giovedì, fanno sapere le parti, sottolinea l’impegno comune della Svizzera e dell’Italia nell’applicare la Convenzione UNESCO e nel contrastare il trasferimento illecito di beni culturali. Una volontà ulteriormente sancita dall’accordo bilaterale sull’importazione e il rimpatrio dei beni culturali concluso dai due Paesi nel 2008.
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