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La Svizzera condanna la Russia

Un manifesto con scritto stop
Manifestanti contro la Russia e la sua politica in Ucraina. Keystone / Clemens Bilan

Per la Confederazione le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk sono e restano parte integrante dell'Ucraina. Per questo motivo la Svizzera condanna il riconoscimento dell'indipendenza delle due regioni da parte della Russia. Intanto l'Ue pensa a tutta una serie di sanzioni.

La posizione di Berna è stata comunicata all’ambasciatore russo in Svizzera. Il riconoscimento della loro indipendenza da parte di Mosca viola la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, ha sostenuto Livia Leu, segretaria di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri.

Altri sviluppi

Dall’inizio del conflitto ucraino, otto anni fa, la Svizzera si è sempre impegnata per una soluzione pacifica. Berna partecipa anche alla missione speciale di monitoraggio dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), ha ricordato Livia Leu. Gli osservatori svizzeri sono ancora sul posto. I buoni uffici della Svizzera rimangono comunque a disposizione a tutte le parti interessate.

Sanzioni, una questione aperta

Resta invece aperta la questione dell’adozione da parte di Berna di sanzioni. Dopo l’annessione russa della Crimea, l’Unione europea aveva adottato misure di ritorsione. La Confederazione non l’aveva seguita in base al principio che la Svizzera le adotta unicamente se decise in sede ONU.

Provvedimenti erano però stati presi per prevenire l’eventuale aggiramento attraverso la Svizzera delle sanzioni internazionali adottate contro la Russia, ha ricordato Leu.

Non appena l’UE annuncerà le sue nuove sanzioni, il Consiglio federale le analizzerà da un punto di vista economico, giuridico e umanitario. Mercoledì, nella seduta settimanale dell’esecutivo, gli ultimi sviluppi della situazione saranno comunque evocati, ha aggiunto.

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La reazione dell’Ue

L’Unione Europea lavora a un pacchetto di sanzioni che, secondo il cancelliere tedesco Olaf Scholz, saranno “massicce e robuste”. E la Germania ha deciso di dare subito un segnale forte, cedendo, almeno temporaneamente, su uno dei progetti sui quali ha più interessi economici: il gasdotto Nord Stream 2.

Lo stesso Scholz ha annunciato il congelamento dell’autorizzazione della rete, non ancora in funzione, che collega la Russia alla Germania. Un messaggio a Mosca ma anche ai 27 che rischiano una spaccatura proprio per gli interessi incrociati sui paletti da mettere alla Russia.

La Russia, ha subito replicato che si aspetta che la frenata sul Nord Stream 2 sia “temporanea”. “Il fatto che questi progetti vengano frenati speriamo sia una cosa temporanea causata da motivi politici e dal nostro punto di vista questo non è corretto”, ha riferito il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

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Nel pacchetto di sanzioni proposte contro la Russia sul tavolo dell’Unione europea ci sono anche le banche “che stanno finanziando le operazioni militari russe e altre operazioni nei territori” riconosciuti da Mosca. Tra le sanzioni avanzate dall’Ue è inclusa “la capacità del governo e dello Stato russo di accedere a capitali, mercati finanziari e servizi dell’Ue per limitare il finanziamento delle politiche aggressive” di Mosca.

Nel frattempo nel primo pomeriggio il Regno Unito ha annunciato sanzioni contro 5 banche russe e per congelare tutti gli asset britannici di alcuni noti oligarchi considerati vicini al presidente Vladimir Putin.

Bruxelles, sottolineano in una nota congiunta i presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Charles Michel e Ursula von der Leyen “è pronta ad adottare ulteriori sanzioni” se “ulteriori sviluppi” della crisi “renderà ciò necessario”. Nel pacchetto comunicato dall’Ue sono incluse anche le misure individuali contro le persone coinvolte nell’operazione sul Donbass e lo stop agli scambi tra Ue e le due repubbliche separatiste. Punti, questi ultimi due, sui quali c’è stato l’ok di principio dei 27 ambasciatori europei nel corso del Coreper II di questa mattina.

In tutto ciò, il ministro degli esteri Lavrov ha dichiarato che Mosca non teme le sanzioni dell’Ue.

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Mosca tiene aperto i gasdotti

Intanto da Mosca Putin ha assicurato che le forniture di gas continueranno ininterrotte. E stanotte il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, nonostante la sterzata di ieri, durante il consiglio di sicurezza dell’ONU ha assicurato di essere ancora disposto a partecipare all’incontro con il segretario di Stato USA Blinken fissato per giovedì a Ginevra.

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