L'ambasciata svizzera a Teheran.
KEYSTONE/EPA/ABEDIN TAHERKENAREH
L'ambasciata elvetica in Iran è stata chiusa: la situazione non consentiva di garantire la sicurezza dello staff e dei locali. Lo ha affermato il consigliere federale Ignazio Cassis.
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Keystone-ATS
Cinque dipendenti avevano abbandonato Teheran martedì verso il Turkmenistan, mentre gli ultimi sette membri del corpo diplomatico svizzero – tra cui l’ambasciatrice Nadine Olivieri Lozano – hanno lasciato il Paese stanotte con un convoglio di automobili e sono entrati poco fa in territorio dell’Azerbaigian.
Il personale tornerà a a Teheran non appena la situazione lo permetterà. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) rimane in stretto contatto con il personale locale, che per motivi di sicurezza non accede più ai locali dell’ambasciata. L’edificio che ospita la rappresentanza elvetica è rimasto danneggiato: ora a presidiarlo è rimasto solo un custode locale.
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Su mandato degli USA, il DFAE provvede a informare costantemente le cittadine e i cittadini statunitensi in Iran – mediante le pagine Internet della Sezione degli interessi stranieri – sui rischi e sulle misure da adottare.
Cassis ha ragguagliato il Governo in merito alla situazione. Nel corso della conferenza stampa, il consigliere federale ha precisato che sarà molto difficile aiutare i cittadini svizzeri che si trovano in Iran, anche se le linee del DFAE restano a disposizione.
Per quanto concerne la situazione a Gaza, malgrado sia molto tesa, per il personale diplomatico lavorare è più semplice. Ci sono bunker e sistemi d’allerta che consentono di agire con una certa sicurezza, ha aggiunto Cassis.
La Svizzera – ha ribadito il “ministro” degli esteri – rinnova il suo appello a tutte le parti coinvolte affinché rispettino rigorosamente il diritto internazionale. L’escalation in corso non giova a nessuna delle parti ed è urgente tornare al dialogo. Il DFAE è disposto a offrire i suoi buoni uffici.
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