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La battaglia di Morgarten

Ricostruzione storica della battaglia di Morgarten Keystone

L’esercito degli Asburgo entra in terra svittese e viene inaspettatamente sconfitto e annientato dai Confederati.

Il duca Leopoldo d’Asburgo muove con le sue truppe contro Svitto. Gli Svittesi si preparano alla battaglia e riescono ad annientare l’armata austriaca.

A Sattel (SZ) sorge un monumento a ricordo della battaglia di Morgarten del 1315. All’inizio del XX secolo la sua posizione scatenò una disputa tra Svitto e Zugo. Le incertezze sul luogo preciso in cui si svolsero gli eventi bellici furono motivo di aspre discussioni. Ancora oggi sono senza risposta diverse questioni sulle forze in campo e sul numero dei caduti. Se, come e perché la battaglia di Morgarten abbia avuto luogo, resta una questione aperta e fonte di varie supposizioni. Ciò malgrado, l’evento rappresenta un punto fermo dell’immaginario collettivo svizzero.

Contadini contro cavalieri

Libero racconto tratto da Meinrad Lienert, 1914, «Schweizer Sagen und Heldengeschichten», Edizioni Marix, Wiesbaden.

Ritenendo che con il Patto federale stretto tempo prima i tre Paesi forestali di Uri, Svitto e Untervaldo si fossero spinti un po’ troppo in là, il duca Leopoldo d’Asburgo decide di sottometterli una volta per tutte ricorrendo a un grosso esercito. Il suo obiettivo è quello di penetrare in terra svittese da diverse direzioni, passando però con il grosso delle truppe dalla Valle di Ägeri. In tal modo intende sorprendere gli Svittesi e conseguire una facile vittoria. Nel frattempo nella Valle di Ägeri giungono le prime notizie di un esercito in marcia. Le campane suonano a martello e gli Svittesi mettono in salvo donne e bambini. Gli alleati Uranesi e Untervaldesi volano in loro soccorso. Senza sospettare nulla dei piani di Leopoldo, i Confederati prendono posizione nei pressi di Arth sul Lago di Zugo.

E qui sarebbero rimasti, se Heinrich von Hünenberg, un cavaliere amico degli Svittesi non li avesse avvertiti. Avvicinatosi furtivamente al campo dei Confederati vi scaglia una freccia alla quale è fissato il messaggio: «Badate al Morgarten il giorno prima di Sant’Otmaro!». Dopo un breve consulto, i Confederati si mettono in marcia sotto la guida del landamano Werner Stauffacher e preparano un agguato sui ripidi pendii boscosi del Morgarten.

L’esercito di Leopoldo avanza intanto lentamente e quando, il giorno previsto, si trova di buon mattino a transitare alla base dei declivi che sovrastano il Lago di Ägeri all’altezza del Morgarten, viene improvvisamente travolto da una pioggia di massi e tronchi d’albero. La confusione è spaventosa: cavalli che cadono o si imbizzarriscono, cavalieri che gridano. Solo i pochi che hanno mantenuto il sangue freddo si rendono conto che è una manciata di uomini posizionati al margine del bosco sovrastante a scaricare incessantemente su di loro pietre e tronchi. Furibondi, vogliono vendicarsi contro gli assalitori, ma in quel momento giungono i rinforzi dei Confederati. I combattenti di Uri, Svitto e Untervaldo attaccano l’esercito del duca con le loro alabarde, spaccando come un cuneo umano le schiere nemiche a cavallo e costringendole alla fuga. Ma per gli austriaci anche la ritirata è tragica: molti cavalieri cadono nel lago e perdono la vita. Lo stesso duca Leopoldo si salva a stento dai colpi dei Confederati. Dopo la vittoria, i contadini guerrieri dei tre Paesi di Uri, Svitto e Untervaldo si inginocchiano sul campo di battaglia e ringraziano il Signore

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