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L’Oscar per il trasporto più assurdo va a un vino australiano

Il presidente dell Iniziativa delle Apli con il Sasso del diavolo.
Bere uno chadronnay australiano in Svizzera, secondo l'Iniziativa delle Alpi, è abbastanza assurdo considerate le alternative (migliori) italiane, francesi e svizzere. Foto: Mattias Nutt Photography

L’Oscar per il trasporto più assurdo è stato consegnato quest’anno al grande distributore Coop per un suo vino australiano che per arrivare nei negozi elvetici percorre ben 20'860 chilometri. E questo senza essere un'eccellenza tra gli chardonnay (secondo il nostro giudizio soggettivo). 

Il Penfolds Koonunga Hill Chardonnay da oggi sarà un poco più conosciuto (è l’effetto perverso della pubblicità negativa). Presente da anni nell’assortimento di vini della Coop, il bianco australiano ha ricevuto il “Sasso del Diavolo” 2021 per il trasporto più assurdo dell’anno.

Si tratta di un premio che ogni anno dal 2002 viene attribuito dall’organizzazione ambientalista svizzera “Iniziativa delle Alpi”, un’associazione che ha per scopo quello di proteggere la regione alpina dalle conseguenze negative del traffico di transito e di preservare le caratteristiche dello spazio vitale alpino.

Nel mirino degli ambientalisti, negli anni scorsi, finivano soprattutto le acque minerali. Memorabile in tal senso il premio conferito nel 2017 a una ditta zurighese che importava acqua minerale dalle isole Figi. Nel 2019 il premio è andato alla Migros, l’altro grande distributore elvetico, che importa tuttora un’acqua norvegese che compie oltre 1’550 chilometri. Anche nel 2020 è stata premiata un’acqua minerale: la canadese Berg, prodotta da iceberg della Groenlandia che per giungere in Svizzera percorre quasi 10’000 chilometri. E tutto questo quando la Svizzera è ricchissima di acque minerali.

Tra i premiati del passato va ricordato pure il prosciutto cotto venduto da Aldi in Svizzera. In questo caso il “Sasso del Diavolo”, meritatissimo secondo gli ambientalisti, è stato attribuito ad Aldi perché i maiali vengono macellati nei Paesi Bassi, poi la carne viene trasportata in Italia, a Bergamo, per la lavorazione e infine il prosciutto viene imballato in Austria. Quando arriva in Svizzera l’insaccato ha già percorso quasi 2’000 chilometri.

Infranto un tabù

Come scrivono gli organizzatori del premio, quest’anno si è rotto un argine nell’attribuzione del “Sasso del Diavolo” 2021: “le consumatrici e i consumatori critici considerano ora problematici anche generi voluttuari, come il vino”.

Ogni singola bottiglia di Penfolds Koonunga Hill Chardonnay causa un’emissione di 303 grammi di CO2 solo durante il trasporto, ossia dieci volte di più di uno Chardonnay coltivato in Svizzera.

Ciò che rende ancora più meritato il premio – non lo diciamo noi ma sempre gli ambientalisti dell’Iniziativa delle Alpi – è che anche il peso della bottiglia che pure compie il viaggio. Meglio sarebbe che il vino venisse trasportato in serbatoi d’acciaio per poi essere imbottigliato in seguito in Svizzera.

Per quanto possa essere vinificato in modo egregio, e sebbene dalle robuste uve Chardonnay si riescano ormai a vinificare molte note gustative diverse, a seconda del terreno e del clima, va detto che lo Chardonnay è un’uva originaria della Borgogna. E in modo un po’ ironico, il presidente dell’Iniziativa delle Alpi, Jon Pult, ha sottolineato che “la grande diversità degli Chardonnay provenienti dalla Francia, dall’Italia e anche dalla Svizzera non dovrebbe annoiare a tal punto un suo estimatore da farlo preferire una bottiglia australiana”.

Sebbene il vino incriminato Penfolds Koonunga Hill Chardonnay percorra oltre 20’000 chilometri, il costo della bottiglia supera di poco i 10 franchi. Uno Chardonnay francese, prendiamo un Montrachet Grand Cru, non lo si può trovare a meno di 100 franchi. La stessa Coop vende la quintessenza dello Chardonnay, un Montrachet di Louis Jadot, a 450 franchi. Forse i 303 grammi di CO2, penseranno i consumatori meno attenti, valgono la differenza di prezzo.

Eccessiva offerta di vini esotici in Svizzera

Con la consegna del “Sasso del Diavolo”, l’organizzazione ambientalista elvetica ha chiaramente sottolineato che Coop, quale maggiore importatore di vino in Svizzera, ha delle responsabilità e potrebbe in questo senso dare il buon esempio. Sono infatti molti i dettaglianti nella Confederazione a proporre un ampio assortimento di vini prodotti in Australia ma anche in Cile, in Sudafrica e California.

Jon Pult in ultima analisi ha ricordato che “ci aspettiamo dai dettaglianti che considerino la loro responsabilità ecologica. Non possiamo accettare la facile scusa di venir solo incontro ai desideri della clientela”.

Il “vincitore” del premio è stato scelto tramite una votazione alla quale hanno partecipato oltre 6’000 persone.

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