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L’esercito svizzero potenzia la ciberdifesa

Un giovane fotografato di spalle mentre armeggia con un p.
Il governo vuole creare le premesse tecniche per la digitalizzazione della truppa, equipaggiandola con sistemi TIC (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione) moderni. © Keystone / Gaetan Bally

Quanto sta accadendo in Ucraina mostra sempre più d'importanza chiave della ciberdifesa durante i conflitti moderni. L'esercito svizzero vuole così attrezzarsi al meglio per difendersi dagli attacchi provenienti da ciberspazio e spazio elettromagnetico.

Il Consiglio federale ha illustrato oggi come intende procedere nei prossimi anni per non farsi trovare impreparato su questo fronte.

L’attuale guerra in Ucraina, mette in luce il governo federale, palesa come il ciberspazio e lo spazio elettromagnetico svolgano un ruolo centrale per l’esercizio del potere nonché per la preparazione e lo svolgimento di un conflitto. I rischi e le minacce a essi legati sono molteplici e spaziano dalle attività criminali allo spionaggio, passando per manipolazione e disinformazione fino ad arrivare all’impiego di cibermezzi offensivi nel quadro di uno scontro armato.

Queste minacce non risparmiano l’esercito svizzero e pertanto è stato elaborato un apposito documento, chiamato “Concetto generale ciber”, di cui oggi il governo ha preso atto e che agirà da caposaldo in materia fino alla metà degli anni 2030. Redatto da un gruppo di esperti, va a completare il rapporto sulla difesa aerea del futuro e quello sul futuro delle truppe di terra, allestiti per l’orientamento a medio e a lungo termine dell’esercito.

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“Non siamo in ritardo”

“Abbiamo già investito nella ciberdifesa negli ultimi anni e lo faremo ancora”, ha assicurato la consigliera federale Viola Amherd durante una conferenza stampa a Berna. L’obiettivo, secondo la ministra della difesa, è poter usufruire di nuovi mezzi tecnici, come apparecchiature e infrastrutture, ma anche reclutare un numero sufficiente di specialisti.

“Gli investimenti necessari ammonteranno prevedibilmente a una cifra fra gli 1,6 e i 2,4 miliardi di franchi e l’applicazione delle misure avverrà in tre tappe”, ha precisato la vallesana durante l’incontro con i media. Le risorse finanziarie saranno di volta in volta richieste al Parlamento nel quadro del budget ordinario dell’esercito.

“Non siamo in ritardo, non stiamo iniziando adesso a muoverci”, ha affermato Amherd incalzata da un giornalista sulle tempistiche. “Abbiamo già una protezione che si può definire abbastanza buona. Ma chiaramente si tratta di un ambito nel quale non ci si può mai fermare”, ha detto la consigliera federale, aggiungendo in particolare che “delle comunicazioni militari sicure sono assolutamente indispensabili”.

Truppa digitalizzata

Il governo ha incaricato il Dipartimento della difesa (DDPS) di creare le premesse tecniche per la digitalizzazione della truppa, equipaggiandola con sistemi TIC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) moderni.

In tal senso, ad assicurare le fondamenta sarà il programma “Fitania”, il quale permetterà di realizzare una rete di condotta digitalizzata e flessibile, nonché di coinvolgere i partner. Scegliendo questa opzione inoltre, l’esercito conseguirà un importante obiettivo della Strategia nazionale per la protezione della Svizzera contro i ciber-rischi (SNPC), secondo la quale tutti gli attori devono essere in grado di provvedere autonomamente alla propria protezione.

I militari dovranno essere in grado di contrastare le minacce nel settore ciber, ad esempio quelle rappresentate da sistemi d’arma avversari quali i sistemi di comando e controllo dell’artiglieria a lunga gittata o della difesa terra-aria. La maggior parte dei battaglioni e delle compagnie dovrà poter svolgere impieghi autonomi. Stando ad Amherd, “l’obiettivo sarà ostacolare la comunicazione di dati via radio del nemico”, pregiudicandone le capacità di condotta a livello tattico.
 

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