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“Per una caccia etica” si può votare com’è

Interno di casetta in legno, con tendine a quadretti rossi e dipinto raffigurante un capo di selvaggina alla parete.
Il TF ha tolto l'ultimo dubbio sulla validità dell'iniziativa [nell'immagine d'archivio, l'interno di un rifugio per cacciatori in alta montagna]. © Keystone / Gian Ehrenzeller

Il Tribunale federale ha accolto il ricorso contro il parziale annullamento dell'iniziativa popolare grigionese "Per una caccia rispettosa della natura ed etica". Secondo la sentenza pubblicata mercoledì dalla massima istanza giudiziaria svizzera, la richiesta dei promotori di impiegare nell'Ufficio caccia e pesca una rappresentanza paritaria di animalisti, cacciatori e non cacciatori, non viola la Costituzione federale.

Consiglio di Stato (governo), Gran Consiglio (parlamento) e Tribunale amministrativo del canton Grigioni avevano tutti considerato inammissibile questo punto dell’iniziativa. “La dipendenza di un impiego in una carica amministrativa da convinzioni personali sarebbe problematica”, avevano rilevato i giudici, i quali ritenevano peraltro “che una simile misura sarebbe inefficace e inadatta a raggiungere lo scopo perseguito di una politica e un’amministrazione equilibrata della caccia”.

Ma secondo il Tribunale federale il testo presentato nei Grigioni va considerato con una certa flessibilità: trattandosi di un’iniziativa generica, il legislatore potrà trovare nella legge di applicazione delle formulazioni che non contrastino con la Costituzione federale. L’iniziativa è quindi valida.

“Per una caccia etica” è promossa dall’associazione Wildtierschutz SchweizCollegamento esterno (Protezione fauna selvatica svizzera) e vuole in sostanza inasprire le regole della stagione venatoria grigionese. Il popolo si pronuncerà sull’iniziativa verosimilmente nel 2021.

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È la seconda vittoria davanti ai giudici per gli attivisti per la protezione degli animali. Nel 2018, il Tribunale amministrativo cantonale aveva riconosciuto legittime due richieste dell’iniziativa che erano state dichiarate non valide da Governo e Parlamento: il divieto di cacciare femmine di cervo e capriolo gravide e l’abolizione della caccia speciale.

Ora che è stato riabilitato anche l’ultimo dei tre punti su nove inizialmente invalidati da esecutivo e legislativo, il testo dell’iniziativa sarà sottoposto a votazione popolare così come fu presentato ormai sei anni fa, il 26 agosto del 2014.

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Prima della consultazione, l’iniziativa, completata dei tre punti in discussione, ripasserà al vaglio del Gran Consiglio.

Un cucciolo di capriolo quasi sommerso da erba appena falciata.
Un cucciolo di capriolo salvato dalle falciatrici grazie all’uso di droni. Ma questa è un’altra storia [leggila qui] © Keystone / Gaetan Bally

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