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L’Udc invita a non rieleggere il “suo” giudice al Tribunale federale

La sede del Tribunale federale a Losanna.
© Keystone / Laurent Gillieron

Il caso Donzallaz ripropone la questione dell'indipendenza dei giudici dai partiti in Svizzera.

Nel marzo 2008 Yves Donzallaz, avvocato e notaio a Martigny e Sion (Vallese) e professore universitario (Losanna e Chambéry), venne eletto dal parlamento al Tribunale federale, massima istanza giudiziaria della Confedrazione, su proposta dell’Unione democratica di centro (destra).

Ma da allora i rapporti con il partito di riferimento si sono incrinati. Il partito di maggioranza relativa non ha digerito in particolare il consenso – risultato determinante – dato nell’agosto dello scorso anno dal magistrato in quota democentrista alla consegna di dati bancari di 40’000 clienti della banca UBS alle autorità fiscali francesi, decisa dall’alta corte federale.

Il servizio del TG:

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L’irritazione dell’UDC si è concretizzata nell’invito espresso a fine agosto dal gruppo parlamentare alla Commissione giudiziaria del parlamento a non raccomandare la rielezione da parte dell’Assemblea federale, in calendario il prossimo 23 settembre, di Yves Donzallaz al Tribunale federale.

Orientamento che è stato sostanzialmente mantenuto dopo l’audizione di martedì dello stesso giudice da parte del gruppo democentrista che non ha contribuito ad avvicinare le posizioni.

Sulla questione dell’autonomia dei giudici dal potere politico è pendente un’iniziativa popolare sottoscritta da più di 130’000 cittadini che propone di designare i giudici federali per sorteggio e non più attraverso elezione parlamentare.

Il governo federale ha però invitato una decina di giorni fa gli elettori a respingere l’iniziativa alle urne poiché il sorteggio costituisce un fattore estraneo nell’ordinamento giuridico elvetico che indebolirebbe la legittimità democratica dell’alta corte e delle sue sentenze.   

Giudici federali estratti a sorte, governo contrario  

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 9.9.2020)

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