Gli impianti di risalita registrano una robusta ripresa finanziaria dopo la pandemia
Gli impianti di risalita hanno beneficiato di una robusta ripresa a livello finanziario dopo il periodo della pandemia.
Lo dice uno studio della Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU), commissionato dall’associazione di categoria Funivie svizzere (FS), che sarà presto presentato a Lugano.
La ricerca ha analizzato in modo approfondito la situazione di 77 imprese – 58 attive nello sci, 19 nelle escursioni in montagna – per il periodo 2022/2023 e in un confronto pluriennale, si legge in un comunicato odierno. È emerso che le finanze sono complessivamente migliorate.
Per quanto riguarda le imprese che operano negli impianti sciistici, il 30% ha ottenuto un ritorno sugli investimenti – misurato come media degli anni 2021/22 (inverno nevoso) e 2022/23 (inverno con poca neve) – da buono a molto buono, ciò che consente un sostanziale autofinanziamento. Le destinazioni particolarmente grandi e sicure dal punto di vista dell’innevamento sono state tra le migliori. Il 45% mostra un andamento sufficiente, mentre circa il 25% deve ricorrere ad aiuti esterni su larga scala per garantire il finanziamento dei futuri investimenti.
L’aumento dei costi energetici negli anni 2022 e 2023 ha pesato su alcune società, determinando in alcuni casi una riduzione della parte investibile dell’utile operativo a livello Ebitda (cioè prima di interessi, imposte, svalutazioni e ammortamenti). È anche interessante- agli occhi dell’autore dello studio, il professor Philipp Lütolf – notare che tre delle più grandi società di impianti di risalita (Zermatt, Laax e Davos) hanno contribuito per il 40% del totale dell’Ebitda di tutte le stazioni invernali analizzate.
Lo studio ha anche puntato i riflettori sul modo in cui i modelli di tariffazione dinamica influenzano gli affari: è stato dimostrato che l’introduzione di prezzi dinamici ha un effetto significativamente positivo sul ricavo medio per sciatore. La ricerca sostiene inoltre che l’innevamento artificiale ha un’importanza decisiva per il successo a lungo termine. Un impatto sempre maggiore ha inoltre il comparto estivo, che è arrivato a generare il 25% degli introiti.
Le 19 imprese valutate che gestiscono impianti orientati all’escursionismo sono state da parte loro in grado di superare bene gli effetti del Covid, grazie al ritorno degli ospiti stranieri. Circa il 75% presenta un rendimento del capitale da buono a molto buono nel 2022, il 10% sufficiente e solo il 15% insufficiente. L’esercizio 2023 ha portato una forte crescita dei ricavi, in particolare per le società che sono molto orientate ai mercati intercontinentali. “Questi risultati sottolineano l’importanza del turismo internazionale per la stabilità a lungo termine di tali aziende”, commenta il direttore di FS Berno Stoffel, citato nella nota.
“La maggior parte degli impianti di risalita svizzeri ha avuto un andamento complessivamente positivo ed è sulla buona strada per garantire la propria stabilità finanziaria, anche se cambiamenti come l’aumento dei costi energetici e il mutamento climatico rappresentano una sfida”, commenta FS. “Con investimenti mirati nell’innevamento artificiale e il rafforzamento dell’attività estiva le società saranno in grado di resistere a lungo termine”.
Lo studio sarà presentato al forum svizzero del settore in programma il 17 e il 18 ottobre a Lugano.
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