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Respinte 112’000 persone durante il lockdown

La frontiere ancora chiusa tra Basilea a la Francia.
Al culmine delle misure, il traffico transfrontaliero delle persone ha subito un crollo dell’80 per cento in tutto il Paese. Qui un valico tra la città di Basilea e la Francia. Keystone / Georgios Kefalas

Respinte alle frontiere 112'049 persone, in 8'848 casi sono state inflitte multe per infrazioni alle misure Covid, 2'458 delle quali per gli acquisti e consegne vietate di merci al confine. Al culmine delle misure di contenimento, il traffico transfrontaliero delle persone ha subito un crollo dell’80 per cento in tutto il Paese. Tutte cifre rese note dall'Amministrazione federale delle dogane.

Era il 16 marzo 2020. Il Consiglio federale proclamava la «situazione straordinaria». La Svizzera, come numerosi altri Stati, ha adottato una serie di misure per combattere il coronavirus. Una di queste la reintroduzione dei controlli sistematici alle frontiere e l’emanazione di restrizioni d’entrata. Nel frattempo, i controlli alle frontiere sono stati aboliti il 15 giugno 2020. È dunque già tempo di bilanciCollegamento esterno.

Chiusi i valichi minori e traffico ridotto

In tutta la Svizzera sono stati chiusi circa 130 piccoli valichi di confine (9 in Ticino) e il traffico è stato canalizzato verso le dogane più grandi. Al culmine delle misure, il traffico transfrontaliero delle persone ha subito un crollo dell’80 per cento in tutto il Paese. Praticamente passavano il confine unicamente i lavoratori frontalieri.

Dopo che il 15 giugno 2020 la Svizzera ha revocato tutte le misure al confine e il traffico è di nuovo aumentato rapidamente. Al momento, informano le autorità, la percentuale è ancora inferiore di circa il 10 per cento rispetto ai valori registrati prima della crisi. 

Persone respinte e multe

A causa delle restrizioni d’entrata, la Confederazione ha respinto alle frontiere interne 112’049 persone. L’entrata è invece stata concessa a 16’854 persone che si trovavano in una situazione di assoluta necessità.

In 8’848 casi sono state inflitte multe per infrazioni alle misure Covid. 2’458 casi hanno riguardato il turismo degli acquisti e consegne vietate di merci al confine. Contro queste decisioni, finora sono stati presentati 51 ricorsi.

I dati, come detto sono a livello nazionale. Da noi contattata, l’Amministrazione federale delle dogane ha indicato che non ci sono dati disponibili a livello regionale. Non sappiamo cioè quante persone sono state respinte provenienti dall’Italia.

Calo della criminalità

Dal 16 marzo al 14 giugno 2020, sono stati constatati 15’400 reati. L’anno precedente, nello stesso periodo, i casi registrati erano stati 27’125. Si è trattato soprattutto di infrazioni alla legge federale sugli stranieri, alla legge sugli stupefacenti e alla legge sulle armi nonché di reati nell’ambito di falsità di documenti e della circolazione stradale.

A causa dell’intensità dei controlli e delle ricerche è stato possibile accertare 1’182 soggiorni illegali. Esemplare per l’efficacia dell’attività di ricerca è stato l’arresto di un quarantenne algerino che voleva entrare in Svizzera dalla Francia. Tra l’altro, l’uomo era segnalato per l’arresto per omicidio e nei suoi confronti era stato emanato un divieto d’entrata in Svizzera. Un altro esempio è il sequestro di 30 chilogrammi di cocaina contrabbandati, nascosti sotto delle palette in un autocarro.

Linee telefoniche intasate

L’esigenza di informazioni da parte della popolazione si è riflettuta nelle numerose richieste fatte alla centrale d’informazione dell’Amministrazione federale delle dogane. Durante la situazione straordinaria i collaboratori della centrale hanno ricevuto 135’000 telefonate. Tale cifra corrisponde all’incirca al numero di telefonate ricevute nell’intero 2019. A ciò si aggiungono le circa 30’000 richieste giunte via e-mail.

tvsvizzera.it/fra

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