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Altri aiuti all’economia da Berna, in particolare agli autonomi

Fila di taxi a Losanna (Vaud).
Fila di taxi a Losanna (Vaud). Una categoria in difficoltà in questo periodo. © Keystone / Jean-christophe Bott

I 42 miliardi stanziati, a vario titolo, una decina di giorni fa dal governo a sostegno dell'economia sono finalizzati a consolidare il tessuto produttivo nazionale, messo a dura prova dall'emergenza sanitaria. Ma l'intervento ha lasciato inevitabilmente sguarniti alcuni ambiti professionali, in particolare quelli dei lavoratori indipendenti.

-42 miliardi di franchi a sostegno dell’economia

Il Consiglio federale ne è cosciente e ha deciso di porvi rimedio con misure che saranno affinate di qui alla prossima settimana. In linea generale l’esecutivo, che ha tenuto come di consueto la sua riunione del mercoledì, ha confermato la sua strategia per attutire gli effetti della crisi, finalizzata a garantire i salari e a scongiurare casi di insolvenza per deficit di liquidità, ma procederà con alcuni aggiustamenti in corso d’opera.

Oltre alle misure a favore degli indipendenti, come ad esempio i tassisti, che pur continuando a svolgere la loro attività stanno subendo pesanti perdite di fatturato, l’azione di Berna ricomprenderà anche altre categorie.

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Entro venerdì poi il Dipartimento federale delle finanze presenterà un credito aggiuntivo per aumentare il volume delle fideiussioni richieste a gran voce dalle imprese.

Sostegni specifici sono allo studio per le start-up e per i settori della cultura e dello sport mentre il lavoro ridotto (la cassa integrazione) sarà esteso agli impieghi su chiamata e ai servizi di aiuto a domicilio.

Non si tratterà comunque di contributi a fondo perso, ha sottolineato Guy Parmelin (Dipartimento federale dell’economia), sia per motivi di ordine finanziario (non pregiudicare la stabilità della piazza, soprattutto se la crisi si prolungherà), sia di ordine pratico (difficoltà di verificare il danno reale).

L’esecutivo ha infine adottato provvedimenti precauzionali per stabilizzare il mercato agroalimentare, assicurando l’approvvigionamento del paese che peraltro non risulta minacciato, hanno ribadito fonti del governo. Il rischio è però che l’arretramento delle vendite, seguito alla chiusura dei ristoranti, porti a un crollo dei prezzi con ripercussioni sull’intera filiera nazionale.

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