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Dalla Svizzera 400 milioni di franchi per i paesi in via di sviluppo

bambino con cartone sulla testa
La Croce Rossa procede alla distribuzione di beni di prima necessità in una bidonville di Lagos, in Nigeria. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved

Per mitigare le conseguenze della pandemia di coronavirus nei paesi più poveri o coinvolti in conflitti, il Governo elvetico intende stanziare 400 milioni di franchi.

“Il virus non conosce frontiere. La pandemia ha un notevole impatto sulla vita di tutte le persone, in particolare per chi vive nei paesi in via di sviluppo”, ha sottolineato giovedì il ministro degli esteri Ignazio Cassis.

In diverse zone – ha osservato il consigliere federale – la crisi del coronavirus si aggiunge a una situazione già critica che aumenta il rischio di agitazioni sociali e anche di migrazioni. “Una sfida globale richiede una risposta globale”, poiché l’instabilità sociale a livello mondiale colpisce anche la Svizzera, ha dichiarato Cassis.

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Per attenuare le conseguenze negative di questa difficile situazione, il Consiglio federale ha così deciso di concedereCollegamento esterno al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) un prestito senza interessi di 200 milioni di franchi rimborsabile entro sette anni. Altri 25 milioni di franchi saranno versati a un fondo per contenere gli effetti delle catastrofi (Catastrophe Containment and Relief Trust) creato dal Fondo monetario internazionale (FMI).

Il Parlamento si esprimerà sui due crediti durante la sessione estiva, ha precisato Cassis. In una seconda fase, presumibilmente in maggio, l’esecutivo chiederà lo stanziamento di ulteriori contributi per un importo massimo di 175 milioni di franchi destinati a diverse organizzazioni attive sul piano globale.

Una crisi che “ha cambiato le carte in tavola”

Il Consiglio federale, con questa decisione, risponde anche a una mozione della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale che la scorsa settimana aveva chiesto di aumentare di 100 milioni le risorse destinate all’aiuto umanitario per il 2020 allo scopo di combattere la crisi del coronavirus e la precaria situazione riscontrabile nei campi profughi, ha indicato il consigliere federale.

Cassis ha poi ricordato quanto fatto dalla Confederazione nei confronti di altri Paesi, ad esempio gli aiuti all’Italia tramite la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). Il DFAE, su appello di alcuni stati in difficoltà, ha già inviato nelle scorse settimane altro materiale in Cina, Nepal e Serbia, contribuendo anche a fornire aiuto in Grecia.

“Questa crisi ha cambiato le carte in tavola”, ha detto il consigliere federale, sostenendo che questa situazione potrà portare a rivedere una parte della strategia di cooperazione internazionale della Confederazione, anche nelle relazioni con l’Unione europea.

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