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Vivere a 2000 watt, si può

Erlenmatt, quartiere di Basilea sede di una delle 'Area 2000 watt' certificate keystone

L'obiettivo della politica energetica svizzera per il 2100, è già realtà in 11 quartieri; i princìpi: efficienza, sostituzione, sobrietà

Si può vivere a 2000 watt? Può sembrare utopico, che ognuno di noi consumi soltanto –per il suo fabbisogno di calore, mobilità ed elettricità– l’equivalente di un asciugacapelli. Anche immaginandolo acceso 24 ore.

Eppure, fino agli anni Sessanta l’energia primaria1 assorbita da uno svizzero rientrava in questi valori. Così come ci sono paesi meno sviluppati dove si vive ancora con 500 watt di potenza continua a persona.

La media mondiale, peraltro, è proprio 2000, e il modello ‘Società a 2000 wattCollegamento esterno‘ non mira solo a limitare l’inquinamento e il riscaldamento globale, ma pure a una distribuzione equa della potenza.

In altre parole: l’efficienza, la sostituzione delle fonti esauribili con rinnovabili, la sobrietà nei consumi, serviranno sì a ridurre le emissioni dei paesi industrializzati, ma anche a dare a ciascuno i “suoi” 2000 watt.

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Elaborato dal Politecnico federale di Zurigo, ‘Società a 2000 watt’ è il modello cui mira la politica energetica svizzera: entro il 2100, il consumo di energia dovrà essere ridotto a 17520 kWh per persona all’anno; l’emissione di CO2 a 1 tonnellata per persona all’anno.

Oggi, nel nostro paese, si vive a 5400 watt. Si tratta del cosiddetto “bilancio territoriale”; se invece si tiene conto, oltre che degli effettivi consumi in Svizzera, anche dell’energia grigia di beni importati, si sale a 7400 (“bilancio personale”).

Scendere a 2000 non è utopia -osserva Michela Sormani, responsabile del Centro di competenza Società 2000 watt- “poiché abbiamo degli sprechi enormi, che saranno ridotti anche grazie al progresso tecnologico: apparecchi, motori, edifici sempre più efficienti. Si pensi che una vecchia lampadina a incandescenza da 60 watt è stata ormai sostituita da una 6 watt LED”.

Certo, resta fondamentale un comportamento consapevole delle singole persone (“se tengo accesa la luce tutto il giorno perché tanto consuma poco, annullo i benefici”). Ma un cambiamento culturale è certamente in atto. Lo dimostra, tra l’altro, il successo delle ‘Città dell’energiaCollegamento esterno e delle ‘Aree 2000 wattCollegamento esterno.

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Svizzera, superate le 400 ‘Città dell’energia’

In Svizzera, le “Area 2000 watt” certificate sono 11. Si tratta di complessi abitativi che hanno già raggiunto l’obiettivo dei 2000 watt a persona, costruiti con criteri di efficienza relativi agli edifici, all’approvvigionamento energetico, alla mobilità indotta. Non è un caso che siano ben connessi alla rete di trasporti pubblici e spesso privi di parcheggi. Se ne hanno, sono destinati ai disabili o condivisi.

Intanto, però, hanno superato quota 400 i comuni certificati ‘Città dell’energia’, un label che si ottiene con interventi quali il risanamento energetico degli edifici comunali, la riduzione dei consumi per l’illuminazione, la promozione delle energie rinnovabili, gli incentivi alla mobilità lenta.

Altrettanto importanti sono la comunicazione e la cooperazione. Una ‘Città dell’energia’ ha abitanti informati e partecipi. “Ci sono comuni”, spiega Michela Sormani, “che hanno organizzato ad esempio gruppi d’acquisto per impianti fotovoltaici; altri hanno proposto campagne termografiche, per sensibilizzare i cittadini sulle dispersioni di calore dei loro edifici”.

Più in generale, per evitare che i comportamenti individuali rendano vani i piani energetici comunali (e gli obiettivi a lungo termine della Confederazione, Strategia 2050Collegamento esterno e Società 2000 wattCollegamento esterno) ci sono molti strumenti: di mercato, legislativi, incentivi.

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La strada verso una Società a 2000 watt è dunque imboccata. Basta non perdere di vista i tre principi fondamentali: efficienza, sostituzione, sobrietà.

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1Energia primaria è quella originariamente contenuta nei vettori utilizzati (sia esauribili come petrolio, gas e nucleare, sia rinnovabili quali solare, idroelettrico e geotermico) inclusa l’energia grigia necessaria per estrazione, trattamento, trasporto, stoccaggio e smaltimento.


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