Dopo il calo dell’inflazione elvetica, gli esperti guardano alla BNS: “Abbasserà i tassi”
Dopo il dato dell'inflazione in sensibile calo - il rincaro si è attestato allo 0,8% in settembre, a fronte dell'1,1% di agosto - gli sguardi degli operatori di mercato tornano a rivolgersi alla Banca nazionale svizzera (BNS): sono attesi ulteriori tagli dei tassi.
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Keystone-ATS
La debolezza della pressione inflazionistica, unita alle preoccupazioni per l’economia dell’Eurozona, dovrebbe spingere la Banca nazionale svizzera (BNS) a operare due ulteriori riduzioni del tasso guida, in dicembre e in marzo, spiega Alessandro Bee, economista di UBS, interpellato dall’agenzia AWP. Anche gli esperti di Julius Bär e EFG sono dello stesso parere.
Bee comunque mette in guardia: anche se al momento tutto lascia presagire un ulteriore calo del rincaro – soprattutto a causa del franco forte – non si può escludere del tutto un’evoluzione opposta. Tra i rischi a questo proposito figura un’ulteriore escalation dei conflitti in Medio Oriente. “Se la situazione dovesse portare a un aumento significativo del prezzo del petrolio è probabile che l’inflazione in Svizzera tornerà a salire in modo significativo”, sottolinea l’analista.
Oggi però il contesto è ancora ben diverso. Se si escludono gli affitti, il rincaro si attesta a un minimo dello 0,1%. Ciò conferma che i rischi per la stabilità dei prezzi sono al momento di nuovo chiaramente al ribasso, afferma Karsten Junius di Safra Sarasin. A suo avviso i dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST) mostrano inoltre che sono necessari ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della BNS.
Come si ricorderà quest’anno l’entità guidata da inizio ottobre dal nuovo presidente della direzione Martin Schlegel ha operato tre tagli successivi (l’ultimo la settimana scorsa), che hanno abbassato il costo del denaro all’1,00%. Il prossimo esame trimestrale della situazione economica e monetaria è in programma il 12 dicembre.
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