Credit Suisse-UBS: anche i piccoli azionisti passano alla carica
Due cause collettive sono state intentate presso il Tribunale commerciale di Zurigo da parte di circa 4'000 persone che detenevano azioni di Credit Suisse per le perdite subite nell'operazione di acquisto.
Le azioni legali sono state avviate dall'Associazione svizzera per la protezione degli azionisti (SASV) e dalla start-up losannese Legalpass, sostenuta dalla fondazione Ethos. La prima riunisce un migliaio di persone, la seconda circa 3'000.
Ciò che viene contestato è il prezzo pagato per i titoli Credit Suisse (CS). I detentori e le detentrici di azioni CS hanno ricevuto solo un titolo UBS per 22 azioni Credit Suisse (CS). Il prezzo di acquisto rappresentava quindi 76 centesimi per azione CS, mentre il titolo aveva chiuso la sessione di trading il venerdì precedente l'acquisto a 1,86 franchi. L'operazione di acquisto è costata a UBS tre miliardi di franchi.
"Fra chi ci ha chiesto di intervenire ci sono i piccoli azionisti, gli impiegati di Credit Suisse, gente che ha perso i risparmi per la pensione. Noi vogliamo difendere i loro diritti e chiedere quindi che sia un esperto indipendente a chiarire il valore dell'istituto", afferma Gisèle Vlietstra, della SASV, intervista dalla Radiotelevisione svizzera.
Secondo Peter Kunz, professore di diritto commerciale dell'Università di Berna, difficilmente le cause avranno esito positivo per le persone querelanti: "Il tribunale deve chiarire una questione molto complessa e che in Svizzera non ha precedenti: in questo caso soprattutto c'è il fatto che il Consiglio federale ha applicato il diritto d'urgenza. Chi ha fatto causa chiede in pratica di annullare le decisioni vincolanti prese dal governo a favore della legge esistente. In pratica questo è impossibile o i giudici dovrebbero davvero essere aditi e creativi trovando il cavillo giuridico".
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Cause in corso anche a San Gallo
Oltre al Tribunale commerciale di Zurigo, del dossier Credit Suisse- UBS si sta occupando anche il Tribunale amministrativo federale di San Gallo. Numerose denunce sono state presentate contro la decisione dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) di azzerare il valore delle obbligazioni di tipo AT1 di Credit Suisse. Prima dell'acquisto, questi titoli valevano circa 16 miliardi di franchi.
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