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Povertà in Svizzera, c’è ancora molto da fare

Scaffali di legno installati all aperto,sotto un ponte o qualcosa di simile, con coperte e maglioni sui ripiani
Losanna. Punto di distribuzione di coperte per chi è rimasto senza neppure un tetto Keystone

Il programma nazionale di prevenzione e lotta alla povertà ha permesso di realizzare proposte innovative e rafforzare la collaborazione tra coloro che operano nel campo, ma molto resta da fare. Lo hanno detto venerdì i partecipanti al progetto.

La Conferenza nazionale contro la povertàCollegamento esterno si è aperta in mattinata a Berna, con la partecipazione del presidente della Confederazione Alain Berset. Un’occasione per fare il punto su quattro anni di lavoro.

Il programma nazionaleCollegamento esterno -che coinvolge Confederazione, Cantoni, Comuni e società civile- è stato lanciato nel 2014 e si concluderà a fine anno. Il bilancio è positivo, ma le sfide restano molte: i partecipanti si dicono quindi pronti a continuare fino al 2024.

Ancora oltre mezzo milione di poveri

La necessità di debellare la povertà resta: il tasso attuale è del 7,5% e cambiamenti strutturali stanno interessando il mondo economico. “È un problema sociale serio, che compromette sia le prospettive di vita delle persone toccate, sia la coesione della società”, precisa una dichiarazione.

Nel 2016, secondo i dati forniti dall’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno (UST), erano 615’000 le persone toccate dalla povertà in Svizzera, di cui 108’000 bambini. La soglia di povertà si situava nel 2016 a 2247 franchi al mese in media per una persona sola, e a 3981 per una famiglia di due adulti e due bambini di meno di 14 anni.

La Confederazione riduce i fondi

In aprile, il Consiglio federale aveva annunciato di voler proseguire il programma, riducendone tuttavia il budget a 500’000 franchi all’anno, a fronte dei 9 milioni per il periodo 2014-2019.

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Il governo ha anche rinunciato a introdurre un monitoraggio della povertà su scala nazionale. Decisioni criticate, tra gli altri, da Caritas Svizzera, che in una recente presa di posizione ritiene che la Confederazione si distanzi troppo dall’impegno preso.

Dopo la fase intensiva del programma di lotta, il ruolo della Confederazione è ora di accompagnare l’applicazione, da parte di Cantoni e Comuni, delle raccomandazioni formulate.

I settori prioritari sono le possibilità di formazione, l’integrazione sociale e professionale, e il miglioramento delle condizioni di vita generali. La prosecuzione del programma è stata chiamata ‘Piattaforma nazionale contro la povertà’.

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