Peste suina, il Consiglio federale deve trovare una soluzione per indennizzare i macelli
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Il Consiglio nazionale esorta il Governo a trovare soluzioni per indennizzare tutti gli stabilimenti che devono affrontare oneri aggiuntivi causati dalla peste suina.
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Il Consiglio federale deve trovare soluzioni per indennizzare i macelli, gli stabilimenti di sezionamento e trasformazione, gli impianti di eliminazione e i cacciatori per gli oneri aggiuntivi cagionati da un’epizoozia come quella della peste suina africana (PSA). È quanto prevede una mozione di Fabio Regazzi (Centro), approvata giovedì dal Consiglio nazionale con 95 voti a 92 e 2 astensioni.
La PSA nei cinghiali e nei suini domestici si sta avvicinando sempre di più ai nostri confini dalla Germania e soprattutto dall’Italia, tanto che a inizio 2024 si trovava soltanto a circa 65 km dai confini ticinesi, ha messo in guardia Dominik Blunschy (Centro) a nome della commissione preparatoria, che aveva accolto il testo con un solo voto di scarto.
In base alle esperienze registrate finora all’estero, l’epizoozia può essere combattuta unicamente con misure rigorose e dispendiose che comportano ingenti oneri supplementari, come l’impiego di personale, pulizia e disinfezione, processi operativi e di trasporto più complessi, rileva la mozione.
Per i cacciatori e per il settore di animali da reddito colpiti, la copertura dei costi dovrebbe andare ben oltre il versamento di indennità per perdita di animali secondo la legge sulle epizoozie. Secondo l’autore della mozione, ciò metterà a repentaglio la sopravvivenza dei macelli, degli stabilimenti di sezionamento e trasformazione e degli impianti di eliminazione interessati, con conseguenze negative per la sicurezza dell’approvvigionamento.
Si tratta di un abile lavoro di lobbying del settore della trasformazione della carne, che vuole una sorta di assicurazione “casco totale” in caso di epizoozia, ha rilevato Barbara Schaffner (Verdi liberali), chiedendo di bocciare la mozione. “Ci sono assicurazioni private proprio per questi rischi e non spetta allo Stato farlo”, ha aggiunto.
Anche la ministra dell’interno Elisabeth Baume-Schneider ha chiesto invano di non dar seguito alla proposta, elencando dapprima le misure attualmente in vigore per prevenire la PSA, fra le quali sono previsti anche indennizzi per i macelli. “Con la mozione ci sarebbe una disparità di trattamento, dato che per gli allevatori non è previsto un indennizzo”, ha poi fatto notare, chiedendo di non “aprire un vaso di Pandora” e di rispettare la situazione delle finanze della Confederazione.
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