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Libera circolazione, definiti i criteri per limitare l’immigrazione

Vincenzo Mascioli e Beat Jans
La clausola di salvaguardia permette alla Svizzera di limitare temporaneamente la libera circolazione delle persone Keystone-SDA

Se l'immigrazione dall'UE, la disoccupazione o il numero di frontalieri superano determinati valori, la Svizzera potrà attivare la clausola di salvaguardia inclusa nell'accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) rinegoziato con Bruxelles.

I criteri di attuazione di questo strumento di protezione, che saranno definiti nella legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI), dovranno essere inclusi nel progetto preliminare di legge riguardante il pacchetto complessivo sull’UE, ha dichiarato mercoledì ai media il consigliere federale Beat Jans, secondo cui la clausola di salvaguardia è “la chiave per entrare nel grande mercato europeo senza dover mettere in pericolo gli accordi bilaterali”.

Indicatori e valori soglia

La clausola di salvaguardia permette alla Svizzera di limitare temporaneamente la libera circolazione delle persone nel caso in cui l’immigrazione dall’UE/AELS comporti gravi problemi economici o sociali, anche in alcune regioni o settori economici, ha spiegato il “ministro” di giustizia e polizia (DFGP), aggiungendo che il Governo si baserà su indicatori quali l’immigrazione, il mercato del lavoro, la sicurezza sociale, l’alloggio e i trasporti.

L’esecutivo definisce inoltre valori soglia per l’immigrazione netta dall’UE, il numero di frontalieri, l’aumento della disoccupazione o la quota dei beneficiari dell’aiuto sociale, ha aggiunto il Segretario di Stato alla migrazione, Vincenzo Mascioli.

Il servizio del TG 20.00 della RSI dl 14 maggio 2025:

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Concretamente, ha spiegato l’alto funzionario, se la disoccupazione aumenta fortemente da un anno altro all’altro, oppure il numero di frontalieri esplode rispetto al numero di attivi, il governo, anche su richiesta di un Cantone, può prendere in considerazione di attivare la clausola di salvaguardia, anche solo per limitare l’immigrazione a livello regionale.

Stando a Mascioli, criteri e valori precisi verranno inseriti nell’ordinanza. Ad ogni modo, stando ai criteri che dovrebbero figurare nel messaggio alle camere, il Consiglio federale avrebbe potuto attivare la clausola di salvaguardia 8 volte dal 2002, ossia dall’entrata in vigore degli accordi bilaterali.

Mascioli ha anche precisato che entro la fine di quest’anno verranno perfezionati altri criteri riguardanti l’alloggio (qualora il numero di abitazioni disponibili dovesse diminuire fortemente), il traffico (per esempio le ore trascorse in coda), la pressione sui salari e sull’assicurazione contro la disoccupazione.

La procedura e le misure possibili

Per quanto attiene alla procedura, ha proseguito Beat Jans, se la clausola di salvaguardia viene attivata, il Consiglio federale chiede al comitato misto Svizzera-UE misure di protezione adeguate (per esempio valori massimi nei settori dell’immigrazione, come avviene per gli stranieri di stati terzi, priorità alla manodopera già presente sul territorio, limiti al diritto di soggiorno in caso di disoccupazione involontaria o alla durata di soggiorno per la ricerca di lavoro e altre misure nell’ambito del diritto degli stranieri).

Se il comitato misto non prende una decisione entro 60 giorni, ha aggiunto il “ministro” basilese, l’esecutivo può convocare il tribunale arbitrale. Nel caso in cui quest’ultimo riscontri la presenza di problemi gravi dovuti all’immigrazione, il Consiglio federale può adottare le misure di protezione proposte.

Le contromisure UE

Se queste dovessero generare disparità, ha puntualizzato Jans, l’UE potrà a sua volta adottare provvedimenti di compensazione proporzionati, come per esempio limitare l’emigrazione di Svizzeri nell’Ue, tuttavia soltanto nell’ambito della libera circolazione delle persone.

Se il comitato misto stabilisce che le condizioni per l’applicazione della clausola di salvaguardia non sono adempiute, il Consiglio federale può comunque adottare autonomamente misure di protezione. In tal caso l’UE potrebbe, ha sottolineato il consigliere federale socialista, aprire un procedimento arbitrale e adottare misure di compensazione anche negli altri ambiti dell’accordo sul mercato interno (trasporti terrestri, ostacoli al commercio, agricoltura esclusa però) se il tribunale arbitrale riscontra una violazione dell’accordo sulla libera circolazione.

Espulsioni possibili

Stando a Jans, la clausola di salvaguardia dovrebbe consentire alla Svizzera di impedire l’immigrazione finalizzata a trarre profitto dai sistemi sociali, proteggere il livello dei salari svizzeri e rispettare le disposizioni della Costituzione federale sulle espulsioni.

La Svizzera può quindi continuare a espellere i cittadini stranieri che hanno commesso reati secondo il diritto vigente, ha affermato il capo del DFGP. Solo ai cittadini dell’UE che svolgono un’attività lucrativa per cinque anni è concesso il diritto di soggiorno permanente in Svizzera, ha precisato Jans.

A determinate condizioni la Svizzera può anche interrompere il soggiorno delle persone senza attività lucrativa provenienti dall’UE se queste non cercano attivamente un lavoro e non collaborano con il servizio pubblico di collocamento. Inoltre, ha aggiunto, viene mantenuto l’obbligo di notifica per tutte le persone che esercitano un’attività lucrativa in Svizzera, l’unico modo per controllare le condizioni di lavoro e i salari.

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