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Frana di Bondo, Pizzo Cengalo ancora sorvegliato speciale

È passato quasi un anno da quando dal Pizzo Cengalo, in Val Bregaglia, si sono staccati tre milioni di metri cubi di roccia che hanno parzialmente distrutto il paese di Bondo.  Le otto vittime della grande frana sono ancora disperse. Una nuova operazione di ricerca organizzata nel luglio di quest'anno nella valle laterale della Bondasca è rimasta senza esito.

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In una conferenza stampa organizzata lunedì in una scuola di Bregaglia, nel cantone Grigioni, in presenza del ministro della difesa elvetico Guy Parmelin, il sindaco del comune Anna Giacometti ha voluto ricordare le otto vittime, provenienti da Svizzera, Germania e Austria, dello smottamento del 23 agosto dal Pizzo Cengalo.

In quell’occasione, un centinaio di edifici sono stati danneggiati e 147 persone hanno dovuto lasciare per diverse settimane la loro abitazione di Bondo a causa del pericolo di ulteriori colate di detriti. Dieci di loro non hanno più potuto far rientro a casa poiché le loro abitazioni sono andate distrutte. Di questi, nove sono rimasti nella regione, mentre una persona ha raggiunto la famiglia in Engadina, ha precisato Giacometti.

Lo scorso luglio circa dieci persone – giunte nell’area con un elicottero – hanno setacciato la zona colpita dalla frana alla ricerca degli otto escursionisti scomparsi da ormai quasi un anno.   

Parmelin e Giacometti su un ponte sospeso sopra i detriti.
Guy Parmelin e Anna Giacometti. Keystone

Pizzo Cengalo sotto osservazione

Christian Rathgeb, membro del Governo dei Grigioni, ha dichiarato che il sistema di allarme del Pizzo Cengalo è in fase di ampliamento. La montagna è ora sotto costante sorveglianza tramite radar, telecamere e la presenza di esperti. Dal 5 luglio, dopo un periodo di inattività durato tutto l’inverno e la primavera, circa tre milioni di metri cubi di roccia – pari al volume staccatosi un anno fa – sono di nuovo in movimento, ha detto Martin Keiser dell’Ufficio cantonale foreste e pericoli naturali. In un comunicato odierno, il comune di Bregaglia ha avvisato che a causa del pericolo di nuove frane e colate in Val Bondasca, tutti i sentieri della valle laterale sono chiusi. Se i movimenti perdureranno si teme già per questa estate una frana di oltre un milione di metri cubi.

In Val Bondasca sono depositati all’incirca 1,5 milioni di metri cubi di materiale roccioso franato che, con sufficiente acqua, può essere messo facilmente in moto. In caso di violenti temporali estivi o di una nuova frana di grandi dimensioni, ha precisato il comune, nuove colate detritiche potrebbero raggiungere il fondovalle nei pressi di Bondo. Per evitare ciò è stato ampliato il bacino di ritenzione ed è stato elaborato un piano di emergenza a cui la popolazione dovrà attenersi in caso di una nuova minaccia.

“Ci vorrà ancora tempo”

La ricostruzione richiederà ancora un po’ di tempo, ha detto Parmelin che giudica l’intervento dell’esercito “rapido e molto professionale”.

La Svizzera, ha ribadito, dovrebbe prendere esempio da questa cooperazione a favore della protezione della popolazione: “Il nostro sistema di milizie ha dimostrato ancora una volta la sua validità”, ha sottolineato il ministro, che ha ringraziato il popolo svizzero per la grande solidarietà. Giacometti dal canto suo ha espresso la sua gratitudine nei confronti degli abitanti di Bondo per come hanno affrontato il disastro naturale e anche per la grande ondata di solidarietà creatasi nei confronti della Bregaglia.

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