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Boko Haram prende d’assalto in Camerun un ospedale svizzero

Una classe della scuola della Fondazione Maggi.
La Fondazione Maggi, gestisce oltre a un ospedale, anche una scuola. Fondazione Maggi

La notte scorsa, un assalto dei guerriglieri islamici di Boko Haram ha preso di mira l'Ospedale svizzero di Mada, situato in territorio camerunense al confine tra Nigeria, Ciad e Camerun. Nell'assalto - denuncia l'Associazione ticinese che lo gestisce - ha perso la vita un guardiano ed è stato pure minacciato il direttore sanitario. L'ospedale si è quindi visto costretto a trasferire i pazienti più critici.

“Un gruppo di Boko Haram in motocicletta si è diretto verso l’ospedale. – racconta Angela Balliana Segretaria generale dell’Associazione Dottor MaggiCollegamento esterno – La pattuglia dell’esercito che c’era fuori dall’ospedale per garantire la sicurezza si è data alla fuga e quindi non ha protetto l’ospedale e i terroristi – indisturbati – sono entrati all’interno della struttura”.

Solo un anno fa, la Croce rossa internazionale definiva l’Ospedale svizzero di Mada come “una goccia di speranza in un Oceano di violenza” – essendo l’unico nella regione capace di praticare chirurgia di guerra, alla confluenza dei confini tra Camerun, Nigeria e Ciad… regione in cui si annidano i guerriglieri integralisti di Boko Haram.

Un duro colpo per l’Associazione svizzera che gestisce l’ospedale. Nell’assalto – prosegue Angela Balliana – si conta anche una vittima: “al cancello principale dell’ospedale purtroppo hanno ucciso il nostro guardiano, che era disarmato e in seguito sono entrati verosimilmente alla ricerca di qualcuno”. L’attacco potrebbe essere legato a un fatto avvenuto pochi giorni fa.

“A metà mese di giugno – racconta Angela Balliana – c’è stato un attacco in un villaggio vicino a Mada dove sono state ferite delle persone e ci sono stati anche dei morti. I sopravvissuti e i feriti sono stati portati qui. Già nei giorni scorsi l’intelligence dell’esercito che magari Boko Haram arrivava per portare a termine il piano”.

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Intanto, la direzione del nosocomio ha deciso di chiudere temporaneamente la struttura e trasferire parte dei malati sul centinaio di pazienti ricoverati. Un’operazione che richiede -nella migliore delle ipotesi- parecchie ore di viaggio.

Nei prossimi giorni, l’Associazione ticinese intende inoltre intavolare discussioni con le autorità locali, affinché garantiscano la protezione dell’edificio anche perché – sottolinea Angela Balliana – sono presenti costose apparecchiature inviate con molto dispendio di energie dalla Svizzera al Camerun. Tra queste un impianto fotovoltaico, che alimenta parte delle abitazioni dei dipendenti.

L’Associazione -fondata nel 1963, per sostenere le attività in Africa del medico ticinese Giuseppe Maggi- ricorda intanto che l’Ospedale di Mada (aperto 45 anni fa) nel solo 2021 ha permesso di curare 3’100 pazienti senza contare le quasi 100mila persone visitate in ambulatorio o in pronto soccorso.

“Chiaramente – conclude Angela Balliana – siamo molto rattristati per la perdita del nostro guardiano, che lavorava da diversi anni con noi e c’è un senso di tristezza e di rammarico perché siamo lì e cerchiamo di fare del nostro meglio per la gente e poi succedono queste cose”.

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