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Sempre più gente non crede in un dio

I simboli delle religioni del libro
La fede religiosa perde consensi in Svizzera. Keystone / Urs Flueeler

Anche nel 2019, come negli anni precedenti, si è assistito a un vero e proprio esodo di credenti. Oggi quasi un abitante su tre in Svizzera dichiara di non appartenere ad alcuna religione. Ma un dato contingente spiega in parte questo fenomeno.

Se ancora negli anni Settanta la maggior parte degli abitanti (95%) era ufficialmente di fede o cattolica o riformata, oggi questo vale solo ancora per poco più della metà degli abitanti (56%). Nel 2019 la quota di persone a partire dai 15 anni senza appartenenza religiosa era pari al 29%, mentre nel 2000 superava appena l’11%. Sono tutti dati pubblicati dall’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno.

Secolarizzazione e imposte

Se da un lato è credibile che vi sia una crescente secolarizzazione della società e di conseguenza un disinteresse generale verso le religioni, dall’altro questo fenomeno dell’abbandono delle chiese ha anche un’altra possibile spiegazione, in vero più prosaica: in Svizzera si deve pagare la cosiddetta “imposta di cultoCollegamento esterno”.

Cos’è? I fedeli aderenti alle Chiese riconosciute (normalmente sono la Chiesa cattolica e quella riformata, ma alcuni cantoni riconoscono anche le comunità ebraiche) pagano un contributo per il mantenimento di queste ultime con un’imposta sul reddito. I soldi, prelevati generalmente dallo Stato, sono versati alla Chiesa di appartenenza. Con questa entrata in genere si pagano gli stipendi del clero, la manutenzione di edifici di culto e i servizi sociali. (Va detto che altre confessioni e religioni non riconosciute dallo Stato devono procurarsi da sé i propri fondi).

Come sempre in Svizzera, ogni cantone organizza questa “questua” obbligatoria in modo diverso e anche l’importo dovuto varia da cantone a cantone. Ad esempio, solo per avere una misura di quanto viene prelevato, a San Gallo, uno dei cantoni con le imposte di culto più elevate, i cattolici pagano ogni anno 439 franchi (405 euro) e i protestanti 467 franchi (432 euro). In Ticino il prelievo dipende da reddito e sostanza del fedele, nonché dal fabbisogno della comunità religiosa.

Fanno eccezione Neuchâtel e Ginevra. Questi due cantoni in principio non conoscono imposte ecclesiastiche poiché non esiste alcun riconoscimento di diritto pubblico delle comunità religiose. A Neuchâtel però il governo cantonale ha concluso un accordo con le Chiese cattolica, evangelica-riformata e cattolico-cristiana, in virtù del quale chiede ai fedeli un contributo facoltativo a favore della Chiesa d’appartenenza.

Secondo il quotidiano Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno, le Chiese riformate e quella cattolica romana raccolgono in totale circa 440 milioni di franchi all’anno.

Ma c’è un modo per evitare questa imposta: uscire dalla Chiesa. In Svizzera è diventato ormai tutto sommato facile lasciarla. Non solo oggi viene meno la pressione sociale su chi decide di abbandonare la fede, ma per lo “sbattezzo”, diciamo così, basta una semplice dichiarazioneCollegamento esterno. (Le persone che scelgono di non pagare l’imposta ecclesiastica, dichiarando che non appartengono a nessuna Chiesa normalmente non hanno diritto a servizi come battesimo, matrimonio o funerale). 

Ecco dunque spiegato in parte perché coloro che non appartengono ad alcuna religione sono in costante aumento. Niente appartenenza religiosa, niente imposta di culto.

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Migrazione e religione, la tenuta dei cattolici

In questa generale perdita di interesse per le religioni, in Svizzera a soffrirne di più sono le Chiese evangeliche. Questo dato va interpretato anche alla luce del fenomeno migratorio. Ginevra, città di Calvino e della Riforma, è da tempo ormai a maggioranza cattolica. Zurigo, patria di un altro riformatore – Ulrico Zwingli – si divide al 50% tra cattolici e riformati. Cosa è successo?

In Svizzera a partire dagli anni ’60 arrivano, soprattutto nei cantoni a maggioranza protestante, migliaia e migliaia di emigranti in cerca di lavoro. Tutti cittadini che giungono da paesi notoriamente cattolici: la maggior parte sono italiani, spagnoli, portoghesi. Nel 1970, ad esempio, il 10% della popolazione del canton Zurigo era di madrelingua italiana (oggi poco più del 5%).

Così si spiega il fatto che fino agli anni ’90, il numero di cattolici resta stabile, mentre le chiese evangeliche conoscono una continua e costante erosione del numero di fedeli. Oggi, per quanto riguarda la chiesa cattolica, la percentuale di fedeli cattolici stranieri è praticamente la stessa di quella dei cittadini svizzeri.

Così non si può dire dei protestanti e dei musulmani. Gli stranieri in Svizzera di fede protestante sono solo il 4.2% contro il 22,5% degli autoctoni. Storia inversa per i musulmani. I cittadini elvetici che hanno abbracciato la fede di Maometto sono poco più del 2.5%. Gli stranieri musulmani sono oltre il 14%.

La comunità musulmana è l’unica che negli ultimi 30 anni ha conosciuto una crescita. Se negli anni ’70 non c’erano praticamente musulmani in Svizzera, nel decennio della guerra dei Balcani  (1991-2001) i musulmani sono saliti fino al 4.5% della popolazione residente in Svizzera. Oggi vivono nella Confederazione quasi 400’000 musulmani sopra i 15 anni, ovvero il 5,5% della popolazione totale.

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Cattolici e protestanti

L’ultimo conflitto in Svizzera risale alla guerra civile del 1847, il “Sonderbund”, superficialmente definito come un conflitto religioso tra protestanti e cattolici. Non ci addentriamo nei motivi dello scontro. Semplicemente abbiamo citato il “Sonderbund” perché quest’ultimo era la lega dei cantoni storici e cattolici (cinque) più i cantoni cattolici di Vallese e Friburgo. Gli altri 16 cantoni o semicantoni (salvo il Ticino e Soletta, cattolici ma liberali) erano di fede protestante. Ovvero la Svizzera a quel momento era a forte maggioranza evangelica.

Oggi la situazione è decisamente cambiata. Salvo il canton Berna che resta fortemente protestante, gli altri quattro ancora a maggioranza evangelica ormai sono a metà cattolici. Uno dei motivi di questo cambiamento di fede della popolazione, lo abbiamo visto prima, è legato alla migrazione mediterranea a nord delle Alpi. Ma questa ondata ormai ha perso tutta la sua forza già verso la fine del secolo scorso. La Chiesa cattolica, ormai da oltre 30 anni, perde lentamente ma costantemente fedeli. L’unica “Chiesa” che avanza è quella senza fedeli.

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Per saperne di più:

+ Sulla riscossione dell’imposta ecclesiastica in Svizzera

+ Sulla migrazione italiana in Svizzera

+ Sul Sonderbund e la nascita della Svizzera moderna

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