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Abusi sessuali su minore, un pregiudicato non sarà espulso

La bilancia della giustizia.
Keystone / Peter Klaunzer

Per l'alta corte un cittadino italiano, nato nella Confederazione e condannato a sei anni, ha forti legami - anche di natura familiare - con la Svizzera, che ne precludono il rimpatrio.

Il Tribunale federale (TF) ha deciso che l’espulsione dalla Svizzera di un 52enne italiano, condannato dalla giustizia zurighese per ripetuti atti sessuali con fanciulli, dovrà essere rivalutata. Il caso torna dunque all’istanza precedente.

L’imputato di origini italiane, nato e cresciuto nella Confederazione, era stato inoltre ritenuto colpevole da parte del Tribunale cantonale di Zurigo di ripetuta pornografia e di danneggiamento, oltre che di possesso e spaccio di marijuana.

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Una lunga serie di reati per il quale il 52enne, nel marzo del 2023, era stato condannato ad una pena detentiva di sei anni nonché ad una multa ed una pena pecuniaria da 30 aliquote giornaliere, da aggiungere all’espulsione giudiziaria dal territorio svizzero per un lasso di tempo di sette anni.

Stando alla sentenza pubblicata oggi dal TF, l’uomo aveva compiuto atti sessuali contro un bambino che al momento dei fatti aveva pressoché quattro anni. L’imputato, inoltre, aveva ripreso il reato con il proprio cellulare ed ha poi inviato il filmato ad una donna, la quale, all’epoca, risultava essere la sua compagna.

Legami con la Svizzera

Il TF è giunto alla conclusione di annullare l’espulsione dal Paese poiché considera questa pena un cosiddetto caso di rigore, visti i forti rapporti che legano il 52enne alla Svizzera. È infatti padre di una figlia in età adulta nonché nonno di una piccola bambina, le quali vivono entrambe nella Confederazione.

Dopo aver completato gli studi, l’imputato ha in seguito svolto un regolare impiego nel Paese, prima di essere stato ritenuto inabile al lavoro per problemi psichici. Da otto anni riceve una rendita d’invalidità (AI).

Il caso ritorna dunque nuovamente sul tavolo dei giudici zurighesi, che hanno ora il compito di stabilire se l’interesse dell’italiano a rimanere in Svizzera sia maggiore dell’interesse pubblico ad una sua espulsione dal Paese.

Il Tribunale cantonale dovrà inoltre fornire una spiegazione giuridica sufficiente per la condanna inflitta per danneggiamento. Quest’ultimo reato risale al 2018 quando, assieme ad un suo conoscente, l’imputato ha imbrattato diversi vagoni di una S-Bahn.

A seguito del gesto vandalico le autorità hanno poi confiscato il cellulare dell’italiano. In quell’occasione, sul dispositivo sequestrato, gli inquirenti hanno trovato le riprese dell’atto sessuale con il bimbo di quattro anni, come pure altro materiale pornografico.

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