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“Non toccate i cimiteri ebraici”

Il cantiere della futura nuova ala del Kunsthaus di Zurigo keystone

Manifestazione davanti al consolato svizzero di New York per protestare contro l'ampliamento del Kunsthaus: a 5 metri di profondità ci sarebbe un cimitero ebraico

Il museo d’arte contemporanea “Kunsthaus” di Zurigo non deve ampliarsi. Così la pensano gli ebrei ortodossi che ieri hanno protestato a New York, davanti al consolato generale della Svizzera. La costruzione sorgerà infatti su un terreno che ricopre il più antico cimitero ebraico della città elvetica.

Un centinaio di rabbini, rappresentanti di “Asra Kadisha”, organizzazione ebreo-ortodossa impegnata da quasi 50 anni per la salvaguardia dei cimiteri ebraici in tutto il mondo, hanno dunque manifestato davanti alla sede consolare elvetica nonostante il freddo pungente.

I lavori d’ampliamento del “Kunsthaus” di Zurigo, approvati in votazione popolare nel 2012, sono iniziati la scorsa estate. La nuova ala del museo, disegnata dall’architetto David Chipperfield, si trova su un terreno dove si presume esista, a una profondità di 5-7 metri, un cimitero ebraico risalente al 1380, quando agli ebrei fu permesso di ritornare a Zurigo dopo un periodo di persecuzioni.

In vista della realizzazione del progetto, i responsabili del museo e le autorità cittadine avevano assicurato che i lavori sul cantiere saranno eseguiti con il massimo rispetto per il luogo sacro. In accordo con organizzazioni ebraiche di Zurigo si è inoltre deciso che le salme ritrovate durante gli scavi saranno traslate in un luogo adatto.

“Asra Kadisha” e le organizzazioni ebraiche di Brooklyn si oppongono alle traslazioni. Per la religione ebraica quel terreno è sacro e non può essere toccato.

I dimostranti hanno trasmesso le loro rimostranze al console generale di Svizzera a New York André Schaller. Il rappresentante diplomatico ha assicurato che trasmetterà le richieste alle autorità competenti in Svizzera, ha dichiarato il portavoce.

ats

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