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Vietare il burqa a Varese: necessità o solo una boutade?

L'esponente di Forza Italia Piero Galparoli ha chiesto al consiglio comunale di votare il divieto di coprirsi il volto, scettiche le opposizioni

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Vietare il burqa a Varese, questo in sostanza è il contenuto della mozione presentata lo scorso 22 agosto da Piero Galparoli, esponente di Forza Italia in consiglio comunale a Varese, e che a distanza di 20 giorni continua a far discutere. Il documento si propone di “vietare la dissimulazione del viso nei luoghi pubblici o aperti al pubblico”.

Anche se non viene mai citato espressamente, è chiaro che la risoluzione politica riguardi il burqa e i veli usati dalle donne islamiche per coprirsi il volto. Il testo è stato depositato alla segreteria del Consiglio comunale e, salvo ripensamenti che conducano al suo ritiro, entrerà nel calendario del dibattito a Palazzo Estense entro dicembre 2014.

L’uomo forte del partito di Berlusconi a Varese ha voluto spiegare a TvSvizzera.itCollegamento esterno alcune ragioni che lo hanno portato a questa che qualcuno ha definito una provocazione, come un’altra mozione del “forzista” varesino che chiedeva di assegnare a Silvio Berlusconi la cittadinanza onoraria. Le opposizioni hanno criticato l’idea, ritenendo che a Varese ci sono ben altri problemi e che la vicenda, come ricordato dal capogruppo del Partito Democratico in Comune, Fabrizio Mirabelli, ha il solo scopo di distogliere l’attenzione sui veri problemi della città.

Il documento di Galparoli ha suscitato molto clamore nelle regioni di frontiera, lo stesso proponente ha detto di aver guardato anche a quanto fatto in Canton Ticino a tal proposito e non è escluso che nella seduta dove verrà trattata la materia a Palazzo Estense non si veda il pubblico e la stampa delle grandi occasioni.

sdr

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