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UE, raggiunto un accordo sui lavoratori distaccati

I ministri del lavoro e degli affari sociali dell’Unione Europea hanno raggiunto lunedì sera un accordo sulla revisione della direttiva del 1996 sui lavoratori distaccati, una riforma “nel nome della lotta al dumping sociale”.

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Dopo 12 ore di negoziati, la maggioranza dei ministri riuniti nel Lussemburgo ha approvato il compromesso sui lavoratori distaccati messo sul tavolo dalla presidenza estone dell’UE, ovvero la proposta francese di limitare a 12 mesi (prolungabili una volta sola di altri 6) il contratto dei lavoratori che esercitano in un paese terzo.

Il testo stabilisce in particolare la parità dei distaccati con i lavoratori del paese di accoglienza. Non più solo a livello di salario, ma anche di bonus e altri extra.

In attesa di una direttiva specifica, resta escluso il settore dei trasporti che continuerà ad applicare la legislazione attualmente in vigore. 

Il testo entrerà in vigore dopo un periodo di transizione di quattro anni dopo la sua adozione definitiva, attesa entro la fine dell’anno. 

L’Ungheria, la Lituania, la Lettonia e la Polonia hanno rifiutato di sostenere la misura, mentre l’Irlanda, il Regno Unito e la Croazia si sono astenuti per sottolineare la loro preoccupazione riguardo alle conseguenze della revisione per la loro economia. 

La riforma non riguarda evidentemente la Svizzera poiché la libera circolazione dei lavoratori con l’UE è retta dall’accordo bilaterale.

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