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Ucciso il capo di Al Qaida, Ayman al-Zawahri

Ayman al-Zawahri è stato ucciso in un attacco americano compiuto con un drone. Lo conferma la Casa Bianca. Sul capo di Al Qaeda, che aveva 71 anni, c'era un taglia da 25 milioni di dollari offerta dal Dipartimento di Stato Usa. 

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Gli Stati Uniti hanno ucciso il leader di Al Qaida, Ayman al-Zawahri, in quella che è stata la prima operazione delle forze americane in Afghanistan dall’uscita dal Paese un anno fa.

Il leader di Al Qaida è stato ucciso nella notte fra sabato 30 luglio e domenica 31 luglio svizzera – per l’esattezza alle 21.48 del 30 luglio a Washington – nel corso di un’operazione condotta dalla Cia con un drone da cui sono stati lanciati due missili Hellfire.

Era sul balcone di una casa nel centro di Kabul quando è stato colpito e ucciso. La sua famiglia era nell’abitazione ma in altre aree ed è rimasta illesa. Il raid non ha causato nessuna vittima civile, riferiscono fonti dell’amministrazione. La casa, secondo indiscrezioni, era di proprietà di un consigliere aiutante di uno dei leader dei talebani, Sirajuddin Haqqani, figura di spicco dell’omonima rete di miliziani jihadisti. 

“Giustizia è stata fatta”. Joe Biden, in isolamento a causa del Covid, annuncia l’uccisione del leader di Al Qaida dal balcone della Casa Bianca.

Al-Zawahri

A un anno di distanza dall’addio all’Afghanistan, gli Stati Uniti infliggono un duro colpo ad Al Qaida. Braccio destro di Osama bin Laden e poi suo successore, al-Zawahri è stato uno degli uomini chiave negli attacchi dell’11 settembre.

Nato in Egitto nel giugno del 1951 in una famiglia agiata a borghese, Al-Zawahri – medico e chirurgo – si è avvicinato ai movimenti jihadisti da giovanissimo, a soli 17 anni, prima di laurearsi. Entrò nella Jihad islamica egiziana nel 1979, diventando ’emiro’ (comandante) responsabile per il reclutamento.

Nel 1981 finì in carcere durante una ondata di arresti di integralisti islamici in seguito all’assassinio dell’allora presidente Anwar Sadat. Rimase in prigione quattro anni per porto abusivo di armi, perché gli inquirenti non riuscirono a trovare elementi contro di lui su un coinvolgimento dell’omicidio di Sadat.

Uscito di prigione nel 1985, Zawahri andò in Arabia Saudita, e poco dopo si spostò in Pakistan, dove conobbe Bin Laden. Ultima tappa l’Afghanistan, all’inizio degli anni Novanta.

Oltre agli attacchi dell’11 settembre, Zawahri si è attribuito la “paternità” dell’attacco a Charlie Hebdo del 2015 a Parigi, che avrebbe ordinato personalmente.

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