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Senza un patto di solidarietà climatica tra gli Stati non c’è futuro

La scritta #COP27 all entrata di Sharm el-Sheikh.
Occorre un patto in cui tutti i paesi facciano uno sforzo ulteriore per ridurre le emissioni in questa decade, in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi. Keystone / Thomas Hartwell

Il cambiamento climatico è la sfida centrale del nostro secolo. Con queste parole il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres ha aperto il summit dei capi di Stato e di governo alla conferenze sul clima Cop27 di Sharm el-Sheikh.

Il segretario generale dell’Onu ha quindi chiesto un patto di solidarietà climatica fra Stati ricchi e Stati emergenti. Guterres ha ribadito che il cambiamento climatico è “la sfida centrale del nostro secolo”, ma che su questa “stiamo perdendo: le emissioni crescono e le temperature globali salgono”.

“In apertura della Cop27, io chiedo un Patto storico fra le economie sviluppate e quelle emergenti, un Patto di solidarietà climatica – ha detto Guterres -. Un Patto in cui tutti i paesi facciano uno sforzo ulteriore per ridurre le emissioni in questa decade, in linea con l’obiettivo di 1,5 gradi”.

“Un patto in cui i paesi più ricchi e le istituzioni finanziarie internazionali forniscano assistenza per aiutare le economie emergenti ad accelerare la loro transizione all’energia rinnovabile. Un patto che ponga fine alla dipendenza dai combustibili fossili e alla costruzione di centrali a carbone. Un Patto che fornisca energia universale, affidabile e sostenibile per tutti”.

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Per Guterres “le due maggiori economie, Stati Uniti e Cina, hanno una particolare responsabilità nell’unire i loro sforzi per rendere questo Patto una realtà”.

Il segretario generale ha chiesto “una roadmap” per attuare la promessa, fatta dai paesi sviluppati alla Cop26 di Glasgow l’anno scorso, di raddoppiare la finanza per il sostegno all’adattamento al cambiamento climatico, fino a 40 milioni di dollari all’anno.

Quindi ha aggiunto che un fondo per ristorare le perdite e i danni del riscaldamento globale nei paesi meno sviluppati è “un imperativo morale”. “Ottenere risultati concreti sui loss and damage – ha detto – è un test decisivo sull’impegno dei governi al successo della Cop27”.

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