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Senato italiano a 100

Le discussioni della Ministra per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ansa

Il disegno del governo di Matteo Renzi per il futuro di Palazzo Madama comincia a delinearsi nelle sue linee principali

Con lentezza si va avanti con la riforma. Il Senato dei 100 è in cassaforte e l’elezione diretta dei senatori è definitivamente archiviata. Con l’approvazione dell’articolo 2 del ddl riforme, il disegno del governo di Matteo Renzi per il futuro di Palazzo Madama comincia a delinearsi nelle sue linee principali, a partire dall’elezione di secondo grado dei membri del Senato e dalla trasformazione di quest’ultimo in una Camera rappresentativa delle Regioni.

Senato a 100

L’art. 2 prevede un Senato di cento senatori: 95 rappresentativi delle istituzioni territoriali e cinque che potranno essere nominati dal Presidente della Repubblica. È questo il cuore della riforma voluta da Renzi e dal ministro Boschi: l’elettività di secondo grado dei senatori. Saranno infatti i Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano a scegliere i senatori, con metodo proporzionale, fra i propri componenti. Inoltre le regioni eleggeranno ciascuna un altro senatore scegliendolo tra i sindaci dei rispettivi territori, per un totale, quindi, di 21 primi cittadini che arriveranno a Palazzo Madama.

La durata del mandato dei nuovi membri del Senato coinciderà con quella prevista negli organi (Regioni o Comuni) in cui sono stati eletti. Il sistema che verrà adottato per la scelta di consiglieri regionali e sindaci da “inviare” a Palazzo Madama sarà regolato da una legge elettorale ad hoc, con un punto fermo: i seggi saranno attribuiti in proporzione rispetto ai voti espressi a livello locale e alla composizione degli stessi Consigli regionali.

ansa/red

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