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‘Settimana per il futuro’ al via in tutto il mondo

Gruppi di ragazzi seduti a gambe incrociate su una grande piazza cittadina, con cartelli ambientalisti
In piazza Castello a Torino [nel video, sotto, le immagini delle città con i più grandi cortei]. Keystone / Tino Romano

Ha preso il via venerdì 'Week for future', la settimana internazionale di manifestazioni per sensibilizzare l'opinione pubblica sul riscaldamento climatico. Lo 'sciopero globale', che si tiene in concomitanza col summit delle Nazioni Uniti in programma da lunedì, ha coinvolto nella sua prima giornata centinaia di migliaia di studenti e adulti (molti accompagnati dai loro figli). Toccherà 2'500 città di 150 Paesi.

I primi a scendere in strada sono stati i giovani di Australia (dove si stima che i cortei abbiano radunato 300’000 persone nelle sole 7 città principali), Thailandia, Indonesia e India.

Il clou è stato però New York, città nella quale si terrà il summit Onu e dove a guidare la protesta è Greta Thunberg, la giovane svedese ideatrice degli scioperi studenteschi per il clima del venerdì (‘Fridays for future’).

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Greta Thunberg che, in mattinata ora svizzera, già twittavaCollegamento esterno dalla Grande Mela: “Foto incredibili dalla manifestazione in Australia per il #climatestrike. È ancora notte a New York, quindi per favore condividete quante più foto potete dei cortei che si muovono dall’Asia all’Europa e l’Africa”.

Il movimento ‘Fridays for future’, questa volta, dedicherà alla battaglia un’intera settimana: sette giorni di incontri ed eventi che culmineranno nel terzo sciopero globale, previsto per il 27 settembre.

Venerdì, a oltre un milione di studenti newyorchesi è stata garantita dalle autorità la giustificazione per assentarsi da scuola.

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In Thailandia, 200 giovani hanno fatto irruzione nella sede del Ministero dell’ambiente per poi lasciarsi cadere a terra fingendosi morti. Hanno esortato il governo a proclamare un’emergenza climatica e abbandonare l’uso dei combustibili fossili. Le forze dell’ordine hanno lasciato che i giovani inscenassero la loro protesta.

Nel Paese, per la consapevolezza dei problemi ambientali e la diffusione del risparmio energetico c’è ancora molta strada da fare, ma si registrano diversi segnali positivi, come un tentativo di ridurre di ridurre i sacchetti di plastica da parte di grandi magazzini e supermercati.

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In Svizzera, venerdì, circa 2000 persone sono scese in piazza in diverse località; oltre 1000 nella sola Basilea. A San Gallo, circa 500 scolari muniti di sirene e tute protettive bianche sono sfilati per le vie del centro criticando non solo la politica ma anche le pratiche commerciali dell’industria e delle grandi aziende. Una manifestazione analoga si è tenuta a Sion, capoluogo del Vallese.

A Losanna, invece, sono tornati in azione gli attivisti del movimento Extinction Rebellion. Circa 200 persone hanno bloccato il ponte Bessières, nel centro cittadino. Chiedono al Consiglio federale (governo) di esprimersi pubblicamente in merito al riscaldamento climatico dicendo “la verità su questa situazione critica”.

Imbocco di un ponte monumentale con gruppo di dimostranti disposto di traverso e striscione ambientalista
La protesta del movimento ‘Extinction rebellion’ a Losanna. Le manifestazioni di Basilea e San Gallo hanno attirato diverse centinaia di giovani in più. © Keystone / Salvatore Di Nolfi

Nell’ambito della ‘Week for future’ si è tenuto in diverse località anche il ‘Park(ing) day’: il terzo venerdì di settembre, a livello internazionale dal 2005, i posteggi pubblici situati in centri di città vengono temporaneamente destinati ad altri scopi: un’oasi verde, un’area di ristorazione, un punto relax o un’attività ludica. Una dozzina le città svizzere toccate dall’azione.

Sabato 28 settembre si terrà una dimostrazione nazionale a Berna.

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