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Schettino: non volevo abbandonare la nave

Intervista di Report al comandante della Costa Concordia sotto processo a Grosseto che lancia dubbi sulla preparazione dell'equipaggio e sull'operato della compagnia

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 ottobre 2014 - 09:51

Impreparazione dell'equipaggio, difetti tecnici della nave e comportamenti discutibili della Costa Crociere sono alcune delle accuse lanciate da Francesco Schettino, imputato di omicidio colposo plurimo nel processo in corso a Grosseto in relazione al naufragio del 12 gennaio 2012 davanti l'Isola del Giglio, nell'intervista rilasciata a Report su RAI 3.

Il comandante della Costa Concordia racconta sua versione dei fatti in quella tragica notte. In particolare nega di aver voluto abbandonare la nave. L'imbarcazione "mi si è ribaltata addosso, quindi non potevo far altro" dice Schettino che si trovava sul ponte di dritta, inclinato verso l'acqua, e che precisa di essere stato costretto a scegliere tra il buttarsi in mare o saltare sulla scialuppa. L'ufficiale racconta anche l'impatto contro lo scoglio che sarebbe, secondo la sua testimonianza, dovuto alla mancata comprensione di un suo ordine da parte del timoniere Rusli Bin. Un indonesiano, che fino a 20 giorni prima era addetto alla pulizia e alla verniciatura e che non comprendeva l'inglese.

Ma il servizio del settimanale di RAI 3 riporta anche le intercettazioni delle conversazioni tra il colonnello Manna, del comando delle capitanerie, Ferrarini, della Costa e lo stesso Schettino da cui risulta che tutti i principali attori della vicenda erano stati informati in modo esauriente su quanto stava succedendo al Giglio. In un'altra intercettazione invece si sollevano pesanti dubbi sulla certificazione delle grosse navi da parte del Registro navale italiano (RINA).

Nel dialogo tra due dipendenti di Costa, l'avvocato Cristina Porcelli e l'ingegnere Paolo Parodi viene espresso il convincimento che i test in mare effettuati dall'ente pubblico sulle imbarcazioni fabbricate da Fincantieri sarebbero "finti". Un aspetto che assume una rilevanza particolare alla luce dei malfunzionamenti emersi sulla Concordia (ascensori impazziti, generatore d'emergenza saltato, porte stagne permeabili, scatola nera e radar difettosi). E infine la questione del cosiddetto inchino davanti all'isola, che secondo Schettino era una consuetudine nota alla compagnia.

L'intercettazione:

AL TELEFONO CRISTINA PORCELLI – COSTA CROCIERE

La nave ce la possono anche consegnare con la boccola che si surriscalda e va male?

AL TELEFONO PAOLO PARODI – COSTA CROCIERE

Puoi anche decidere di fare delle prove a mare non severe.

AL TELEFONO CRISTINA PORCELLI – COSTA CROCIERE

Vabbè… eh…

AL TELEFONO PAOLO PARODI – COSTA CROCIERE

Eh no, secondo me andrà a finire così, che faranno delle prove a mare finte. Intanto la nave fa crociera a velocità limitata.

AL TELEFONO CRISTINA PORCELLI – COSTA CROCIERE

Chiaro.

AL TELEFONO PAOLO PARODI – COSTA CROCIERE

Tieni presente che questo è già successo su una nave, che ce la siamo presi con la prescrizione di classe, che non poteva superare il, che se non sbaglio era la Concordia.

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