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Nord Stream2, l’elvetica Allseas si ritira dal progetto

Posa di una condotta in mare
Posa di una condotta in mare per il gasdotto Nord Stream 2 Keystone / Stefan Sauer

Le sanzioni annunciate da Donald Trump contro le imprese coinvolte nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2 hanno già prodotto i loro effetti.


La compagnia svizzero-olandese Allseas ha subito fatto sapere di aver sospeso i lavori all’infrastruttura destinata a convogliare gas naturale dalla Russia alla Germania attraverso il Baltico.

La mossa della società specializzata nella posa di condotte sottomarine mette in discussione la tabella di marcia degli interventi per la realizzazione del progetto da 11 miliardi di dollari condotto dal gigante russo Gazprom e finanziato, tra gli altri, dalle filiali tedesche della Basf, Uniper e Wintershall, dall’anglo-olandese Royal Dutch Shell, dall’austriaca OMV e dalla francese Engie.

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La partecipazione della compagnia vodese Allseas viene ritenuta indispensabile per la conclusione dell’opera invisa alla Casa Bianca. 

Il decreto promulgato venerdì da Donald Trump nell’ambito del bilancio della Difesa, già approvato dalle due Camere, chiede all’amministrazione USA di identificare le società che collaborano al gasdotto al fine di adottare sanzioni.

Nord Stream 2 è criticato perché da un lato incrementa l’influenza del Cremlino sull’Europa e dall’altro perché priverebbe l’Ucraina di parte delle risorse che le sono garantite oggi dal transito di gas russo sul suo territorio.

Per Berlino, che intende ridurre la quota di fonti problematiche quali carbone e nucleare, il nuovo gasdotto assicurerebbe un approvvigionamento energetico a costi inferiori rispetto al gas liquido acquistato dagli Stati Uniti o da altri paesi. Da parte sua l’UE ha fatto sapere di opporsi “all’imposizione di sanzioni contro imprese europee che svolgono attività legali”. Di tenore analogo i commenti provenienti da Mosca.

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