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Coronavirus, più di 40 milioni di cinesi confinati

Giovani camminano con mascherina sul viso per il Parco Jingshan a Pechino
Giovani camminano con mascherina sul viso per il Parco Jingshan a Pechino. La capitale ha cancellato diverse manifestazioni per il capodanno cinese, comprese quelle suggestive nella Città Proibita. Keystone / Wu Hong

A poche ore dai festeggiamenti per il capodanno cinese le autorità di Pechino hanno moltiplicato le misure per tentare di circoscrivere la propagazione dell'epidemia da coronavirus nCoV-2019 che ha già ucciso 26 persone e ne ha contagiate più di 800 nel paese.


I trasporti pubblici sono stati sospesi in dieci città e diversi edifici religiosi sono stati chiusi al pubblico, così come la Città proibita e la Disneyland di Shanghai.

Oms prudente

In questa fase l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ritiene prematuro considerare questa epidemia come un’emergenza di salute pubblica su scala planetaria ma al contempo la sua evoluzione, si fa sapere da Ginevra, viene monitorata “minuto per minuto”. La decisione è stata presa giovedì sera dai 16 membri del comitato d’emergenza dopo due giorni di discussioni. Per il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus “si tratta di un’emergenza in Cina ma non lo è ancora a livello internazionale, anche se lo potrebbe diventare”.

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Sappiamo che questo virus può provocare una patologia grave e può uccidere, anche se nella maggior parte dei casi i sintomi sono meno aggressivi, ha precisato il dirigente dell’Oms, sottolineando il fatto che i pazienti deceduti soffrivano anche di altre patologie (ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari) che ne avevano indebolito il sistema immunitario.

Gli esperti temono comunque che la trasmissione di questo nuovo virus possa accelerare in occasione delle vacanze del nuovo anno lunare, che per tradizione comportano lo spostamento di milioni di cinesi all’interno del paese e all’estero.

L’ultimo bilancio parla di 26 decessi

Nel suo ultimo bilancio di giovedì la commissione sanitaria nazionale cinese riferiva di 830 casi conclamati (177 giudicati gravi mentre 34 pazienti sono stati dimessi dall’ospedale) e di 26 decessi, la maggior parte dei quali concentrati a Wuhan, la metropoli di 11 milioni di abitanti che si trova nella provincia centrale di Hubei, dove è stato individuato un mese fa il focolaio della malattia. Wuhan e la vicina Huanggang (7 milioni di abitanti) restano in quasi quarantena, con la sospensione dei collegamenti ferroviari e aerei.

Una decina di altre località nella regione hanno adottato misure analoghe, per un totale di oltre 40 milioni di cinesi che risultano confinati dalle autorità. A Wuhang è in corso di realizzazione in tempi record un nuovo ospedale da mille posti letto, che dovrebbe aprire lunedì e nel quale saranno ricoverate tutte le persone contagiate dal coronavirus.

Propagazione in Asia

Fuori dalla Cina vengono segnalati diversi altri casi di infezione – in particolare in Thailandia (4), a Singapore (3), in Vietnam (2), in Giappone (2), in Corea del Sud (2), a Taiwan (1) e negli USA (1) – che hanno convinto le compagnie aeree a sospendere i voli con Wuhan mentre negli scali internazionali vengono effettuati controlli preventivi specifici sui passeggeri provenienti dalla Cina.

Il virus, che continua a mutare, provoca tosse, febbre e difficoltà respiratorie, tutti sintomi comuni ad altre patologie che ne rendono difficile la diagnosi. Intanto sono tre le squadre di ricercatori che stanno cercando di mettere a punto un vaccino contro il nCo-V-2019, con l’obiettivo di effettuare test clinici del futuro preparato entro il prossimo mese di giugno. 

Secondo alcuni esperti questa infezione sarà meno virulenta della Sars comparsa in Cina nel 2002 e che aveva causato la morte di circa 800 persone.   

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