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Sanatoria fiscale da 6,5 miliardi di euro

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Approvato dalla Camera il disegno di legge per il rientro di capitali, conosciuta come "Voluntary disclosure". L'operazione dovrebbe velocizzare anche l'accordo fiscale con la Svizzera

6,5 miliardi di euro. Questa la cifra ipotizzata che dovrebbe entrare nelle casse dello Stato con l’operazione di rientro dei capitali approvata dalla Camera e che ora passa al Senato.

Autodenuncia

Strada spianata dunque per l’autodenuncia in Italia dei soldi in nero detenuti all’estero. Una volta arrivato il voto anche del senato chi non è in regola potrà farlo fino al 30 settembre del 2015. Questo significa che i detentori di capitali non dichiarati al fisco, in italia o all’estero, potrà autodenunciarsi all’Agenzie delle entrate in cambio di sconti su sanzioni e pene. Ma va sottolineato che non si tratta di un condono: chi deciderà di percorrere questa via non potrà farlo in modo anonimo e dovrà pagare le tasse per intero con la normale aliquota.

La misura varata dalla camera vuole essere un incentivo all’autodenuncia. Chi non si metterà in regola durante il periodo concordato e dovesse essere scoperto, subirà pene ben piu severe.

Black list, Svizzera e i suoi 120 miliardi

Un dato non indifferente: chi ha nascosto i suoi capitali in un Paese della Black list come la Svizzera, tuttora sulla lista nera italiana, pagherà di più. Per queste persone l’augurio è che si riesca a mettere un punto finale nella lunga vertenza fiscale tra i due paesi: giungere cioè ad un accordo. Solo in questo caso le sanzioni verranno ridotte. Il tempo a disposizione per raggiungere l’intesa tra i Italia e Svizzera non è moltissimo: 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Ma la “Voluntary disclosure” non avrebbe molto senso senza la dichiarazione dei fondi in nero giacenti in Svizzera. Secondo le stime infatti, l’80% dei capitali detenuti all’estero e non dichiarati al fisco sarebbero nei forzieri dellle banche confederate.

Accordo fiscale iotalo-svizzero

Il recente battibecco tra il ministro Padoan e la sua omologa svizzera Widmer-Schlumpf va dunque letto alla luce di questo disegno di legge per il rientro dei capitali in nero detenuti all’estero. Svizzera sulla lista nera significa probabilmente rendere meno efficace il disegno di legge. Trovare l’accordo fiscale velocemente con la Svizzera significherebbe far emergere molti più capitali. Lo sa il ministro Padoan. Ma lo sa la ministra Widmer-Schlumpf che spera così di accellerare i tempi e portare a casa l’accordo al più presto: per lei sarebbe un successo.

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