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Brexit, Westminster tenta di scaricare Theresa May

I deputati britannici hanno adottato lunedì sera un emendamento destinato a scavalcare il governo sulla spinosa vicenda della Brexit, su cui la premier Theresa May è stata già due volte sonoramente sconfitta alla Camera dei Comuni, dove l’accordo stipulato con l’Ue non ha ottenuto finora sufficienti adesioni.

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La proposta che ha ottenuto la maggioranza dei consensi modifica l’agenda parlamentare per consentire ai deputati di organizzare autonomamente le votazioni sulle varie opzioni rimaste sul tavolo.

In particolare mercoledì è prevista una serie di “voti indicativi” che prevedono il mantenimento di rapporti più stretti con Bruxelles la Camera dei comuni potrebbe vagliare anche altre ipotesi che potrebbero arrivare fino alla richiesta di un secondo referendum: in successione i rappresentanti si esprimeranno su accordo May, uscita senza accordo, nuovo referendum, revoca della Brexit, mantenimento del Regno Unito nell’unione doganale e nel mercato Ue.

Di sicuro l’emendamento del conservatore Oliver Letwin, passato con 329 voti contro 302 e seguito dalle dimissioni di tre segretari di Stato, costituisce una sconfessione della politica portata avanti da Theresa May che non sembra capace di uscire dall’attuale impasse. La premier, che aveva chiesto ai partner europei di rinviare al 30 giugno la data della Brexit – originariamente prevista per venerdì prossimo – ha per il momento rinunciato a sottoporre per la terza volta a Westminster l’accordo negoziato con Bruxelles ma ha anche affermato che il suo esecutivo non è vincolato alle decisioni adottate autonomamente dalla Camera dei comuni.

Ma su questo punto i parlamentari hanno ribadito martedì l’invito a tenere in considerazione la strategia alternativa che sarà definita dalla Camera dei comuni per uscire dall’attuale situazione di stallo. Forse potrebbe tentare di nuovo giovedì prossimo, alla vigilia dell’uscita ufficiale del Regno Unito ma i numeri sono impietosi.

Di sicuro la confusione sul Tamigi regna sovrana e lo spettro del “No Deal” si fa ogni giorno che passa sempre più concreto. Voci di dimissioni della premier vengono espresse anche nello schieramento conservatore e si affaccia l’ipotesi di elezioni anticipate che potrebbero cambiare completamente lo scenario.

Intanto sulla stampa britannica è stata rilanciata la possibilità che la premier annunci le sue dimissioni per convincere i conservatori recalcitranti a votare l’accordo con l’Ue. Per Theresa May il rinvio a tempo indeterminato della questione e l’assenza di un’intesa potrebbero rimettere in discussione la stessa Brexit. Ma le sue proposte stanno accogliendo sempre meno consensi anche nel suo stesso partito.

 

 

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