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Coronavirus, in Cina infuriano le polemiche

Ai piedi di una foto del dottore morto la gente porta fiori.
Cerimonia a Hong Kong in memoria del dottor Li Wenliang. Keystone / Jerome Favre

A poche ore dalla morte per il contagio del giovane medico che per primo lanciò inascoltato l'allarme sul coronavirus, gli utenti di WeChat, l'app di messaggistica, hanno espresso cordoglio e rabbia. Le autorità cinesi nel frattempo hanno annunciato l'avvio di un'indagine.

L’avvio di un’indagine è stato annunciato dalla Commissione per l’ispezione disciplinare, l’Anticorruzione del Partito comunista cinese (Pcc), spiegando in una nota che un team investigativo sarà inviato a Wuhan per “condurre un’indagine completa sulla questione relativa al dottore Li Wenliang riportata finora in modo ampio”.

Morte di un medico inascoltato

I sintomi gli ricordavano la Sars, la sindrome che nel 2003 contagiò migliaia di persone, uccidendone 349 solo in Cina. Aveva notato sette casi dalle caratteristiche simili oltre un mese fa e aveva lanciato l’allarme all’ospedale di Wuhan, dove lavorava. Ma rimase inascoltato.

Oggi il cuore di Li Wenliang ha smesso di battere, dopo aver combattuto per giorni contro il coronavirus. L’oftalmologo di 34 anni è restato attaccato alla vita per alcune ore solo grazie ad una macchina per l’ossigenazione extra-corporea, un trattamento di emergenza nel tentativo disperato di rianimarlo. 

A fine dicembre Li aveva tentato invano di avvertire i colleghi, di condividere l’allarme che quei casi sospetti gli avevano suscitato, ma le autorità locali per tutta risposta lo invitarono a non insistere. Se gli avessero dato retta, il corso dell’epidemia probabilmente avrebbe preso una direzione diversa invece di portare al blocco totale di oltre 50 milioni di persone e alla paralisi di un intero Paese negli sforzi per frenare un contagio letale, dilagato anche all’estero.

Contagio e morte

Tornato in corsia, l’oftalmologo aveva avuto in cura una donna contagiata a sua insaputa dal coronavirus, nei giorni in cui le autorità a Wuhan insistevano sul fatto che solo chi era entrato in contatto con animali infetti era a rischio, e nessun protocollo specifico era previsto per i medici. Nel suo post, Li descrisse minuziosamente i sintomi e le relative evoluzioni, fino alla diagnosi dopo diversi test.

Il suo coraggio è diventato un esempio per Pechino contro i funzionari locali, in una fase delicata che sta scuotendo come non mai la solidità della leadership del Dragone. I commenti al suo post sono migliaia: “Il dottor Li è un eroe”, “per la pubblica sicurezza sanitaria servono decine di milioni di Li Wenliang”. Omaggi che suonano ormai tardivi e dal sapore amaro.

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