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Morales ufficialmente presidente, proteste

Esterno notte, gruppo di persone dà fuoco a un oggetto di tessuto con stampato un volto; manifestanti attorno
Manifestanti che chiedono un secondo turno bruciano un effigie del presidente uscente. Copyright 2019 The Associated Press. All Rights Reserved

Il tribunale supremo elettorale della Bolivia ha ufficializzato i risultati delle elezioni presidenziali di domenica scorsa e con essi la vittoria del candidato Evo Morales, che ha raccolto il 47,08% dei voti contro il 36,51% di preferenze andate al suo diretto avversario Carlos Mesa. Intanto, venerdì, nuove proteste sono scoppiate nel Paese: i manifestanti chiedono un secondo turno.

Secondo il verdetto riferito dall’agenzia di stampa statale Abi, a spoglio terminato il capo dello Stato uscente ha dunque ricevuto il 10,57% in più di voti dello sfidante, margine in virtù del quale, secondo la Costituzione boliviana, ha il diritto di dichiararsi vincitore anche se non ha superato la soglia del 50%.

Uno dei giudici del Tse, Idelfonso Mamani, ha assicurato che lo scrutinio è avvenuto sulla base di liste di elettori “verificate e affidabili” in un processo da cui è esclusa qualsiasi ipotesi di brogli, come invece è suggerito da più parti.

Sulla correttezza del voto ha vivacemente obiettato l’opposizione, costituita dal partito Comunidad Ciudadana di Mesa e dai comitati civici, che hanno chiesto l’intervento dell’Organizzazione degli Stati americani.

La stessa Osa ha proposto una revisione dello scrutinio e indicato che se il margine di vittoria fosse stato troppo stretto, sarebbe stato meglio procedere a un ballottaggio il 15 dicembre; posizione appoggiata da UE, USA, Argentina, Brasile e Colombia.

Grande edificio decorato di verde con cavo e tralicci di una funivia che partono verso destra; persone in coda fuori
Persone in coda a La Paz per prendere la funivia che porta in centro città dopo il blocco delle strade attuato dai manifestanti. Keystone / Martin Alipaz

La dichiarazione di Morales vincitore delle presidenziali malgrado le accuse di brogli ha fomentato nuove proteste in Bolivia.

Blocchi stradali sono stati eretti a La Paz e Cochabamba, mentre prosegue lo sciopero avviato per protesta mercoledì e la sede del Tribunale supremo elettorale è sorvegliata da una forte presenza di forze di sicurezza, dopo le dimostrazioni che si sono svolte in prossimità dell’edificio giovedì.

Mesa, nei giorni scorsi, ha definito i risultati una “frode vergognosa” e ha esortato la folla a continuare con le proteste. I manifestanti chiedono che si svolga il secondo turno.

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Nel mirino dell’opposizione, la commissione elettorale che a un certo punto ha sospeso la pubblicazione dei risultati dello spoglio (che lasciava indicare un probabile ballottaggio), prima di riprendere e dare un risultato favorevole a Morales.

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