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Un buco nero per la prima volta in foto

Immagine di un bagliore/alone rosso a forma di anello proiettata su grande schermo; sotto, quattro conferenzieri
Il direttore di EHT Sheperd Doeleman annuncia il risultato in una delle sei conferenze stampa simultanee. Keystone / Pete Marovich

Dopo che nel 2016 le onde gravitazionali hanno dimostrato l'esistenza dei buchi neri, uno di questi misteriosi oggetti cosmici è stato fotografato per la prima volta. L'immagine del buco nero Messier 87, al centro della galassia Virgo A (M87) e distante circa 55 milioni di anni luce, è stata diffusa mercoledì.

Questa prima prova diretta è il risultato di un progetto internazionale chiamato Event Horizon Telescope EHTCollegamento esterno.

A catturare l’immagine è stata una rete di otto radiotelescopi costituita proprio per riuscire a “scattare” la foto più ambita dell’astrofisica. I ricercatori hanno puntato ai buchi neri più grandi, ovvero quello al centro della Via Lattea e quello al centro della galassia M87 riuscendo infine a immortalare quest’ultimo.

Un annuncio storico

Il risultato, annunciato in contemporanea in sei conferenze stampa e pubblicato in sei articoli raccolti in un numero specialeCollegamento esterno della rivista Astrophysical Journal Letters, è stato presentato dall’EHT a Bruxelles.

Fin dal 2014, il Consiglio europeo della ricerca ERC ha finanziato con 14 milioni di euro il progetto, volto a osservare da vicino queste gigantesche “voragini” celesti, la cui forza di gravità è tanto grande che nessuna particella catturata, neppure la luce, può uscirne.

Un’ombra rossastra

Messier 87 ha una massa sei miliardi di volte superiore a quella del nostro sole. “Quella che abbiamo visto”, e che appare come una sorta di anello rossastro, è in realtà “l’ombra di un buco nero”, spiega all’agenzia di stampa ANSA Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di fisica teorica di Francoforte e membro del comitato scientifico di EHT.

Contenuto esterno

“Nei buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie, la materia che viene attratta si riscalda e, cadendo nel buco nero, emette luce, parte della quale è osservabile con i radiotelescopi”.



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