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Governo May, primi nomi: Johnson agli Esteri

La nuova premier del Regno Unito ha annunciato i ministri due ore dopo aver ricevuto il mandato; non sono mancate le sorprese

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Non sono mancate le sorprese nella lista di ministri del nuovo governo britannico. Espletate le formalità per il passaggio di consegne con il suo predecessore David Cameron, la premier Theresa May si è messa subito al lavoro presentando già mercoledì sera i primi nomi del suo esecutivo.

Non ha perso tempo: fedele alla sua nomea di donna efficiente e risoluta. Dallo stile rigoroso, ma con un tocco di eccentricità.

Due ore dopo aver ricevuto il mandato dalla Regina Elisabetta, Theresa May stava già assegnando i principali dicasteri del suo governo.

Non sono mancate le sorprese: su tutte, quella di Boris Johnson, nuovo ministro degli Esteri. Una nomina inattesa quanto controversa: negli anni l’eccentrico Boris, dal gusto irresistibile per la battuta irriverente, ha collezionato gaffe diplomatiche in serie.

Durante la campagna referendaria aveva definito Barack Obama un “mezzo keniano”; in passato aveva paragonato Hillary Clinton ad “una sadica infermiera di un’ospedale psichiatrico”.

Espressione del fronte Brexit, l’ex sindaco di Londra è uno dei tre euroscettici precettati nei ministeri chiave del prossimo esecutivo. Con lui anche David Davis, titolare dell’inedito ruolo di Segretario di Stato per i negoziati con Bruxelles.

Per la sua successione agli Interni, Theresa May si è affidata ad un’altra donna, Amber Rudd, mentre con il licenziamento di George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere per 6 anni, ha voluto marcare la sua discontinuità col passato.

Toccherà a Phillip Hammond, una lunga carriera ministeriale alle spalle, la gestione delle finanze pubbliche in questa fase di forti incertezze.

Ma nel suo discorso d’insediamento, più che di Brexit, la nuova Premier ha parlato di giustizia e mobilità sociale, di lotta all’élite, di pari opportunità per tutti.

“Uscendo dall’Unione Europea”, ha dichiarato, “avremo un nuovo ruolo positivo con il mondo, per fare del Regno Unito una nazione che lavora nell’interesse di tutti e non di pochi privilegiati. Questa è la missione del governo che presiedo, e assieme costruiremo una Gran Bretagna migliore”.

La prima telefonata, non appena entrata a Downing Street, è stata alla Cancelliera Angela Merkel: la leader a cui si ispira e viene accostata per più di una similitudine. E da oggi, soprattutto, sua imprescindibile alleata.

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