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Doping, nuovi sospetti sulla Russia

Secondo il New York Times, alle olimpiadi di Sochi decine di atleti di casa avrebbero aggirato i controlli grazie a funzionari statali

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Ci sono nuovi sospetti e accuse di doping nei confronti di atleti russi, questa volta relativi alle olimpiadi invernali di due anni fa a Sochi. Secondo il New York Times, decine di essi sarebbero riusciti a sfuggire ai controlli grazie all’aiuto di alcuni funzionari statali.

Tra gli atleti dopati vi sarebbero anche 15 medagliati. L’agenzia internazionale antidoping, ora, promette un’indagine.

L’ombra del doping di stato plana dunque nuovamente sulla Russia e i suoi atleti. Questa volta le accuse arrivano dal New York times e si riferiscono alle olimpiadi invernali tenute proprio in Russia due anni fa. A Sochi, accusa il giornale americano, decine di atleti russi si sarebbero presentati alle gare dopo aver assunto sostanze proibite.

Tra loro, anche i vincitori di 15 delle 33 medaglie conquistate ai giochi dagli sportivi di casa. I quali, accusa ancora il New York Times, sarebbero stati aiutati da funzionari locali. Prima dei controlli di rito i complici avrebbero proceduto a scambiare i campioni di sangue e urine con altri raccolti in tempi non sospetti prima dell’uso delle sostanze dopanti. Il giornale statunitense basa la sua inchiesta su una fonte eccellente: Grigori Rodchekov, che durante i giochi era a capo del laboratorio russo di controllo antidoping.

La questione è stata discussa anche dall’agenzia mondiale antidoping. Il presidente Craig Reedie, ha promesso che la WADA indagherà sulle nuove accuse. Un’eventuale conferma di un doping di stato metterebbe in serio pericolo la partecipazione degli sportivi russi alle olimpiadi estive in programma in agosto a Rio de Janeiro. Per quanto riguarda l’atletica, la Federazione internazionale prenderà una decisione in merito tra poco più di un mese, il 17 giugno.

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