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Il difficile autunno di Emmanuel Macron

Svolta sul terreno e nell'organizzazione dei gilet gialli, i manifestanti contro il caro-carburante in Francia: lunedì mattina, mentre proseguono i blocchi stradali su diverse autostrade, sono stati bloccati anche una decina di depositi di carburante. Intanto Macron cerca consensi in Europa perché in Francia la sua popolarità è ai minimi storici.

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“Siamo all’ascolto, abbiamo sentito la sofferenza dei francesi, di quelli che si sentono declassati”, ma “la rotta che abbiamo fissato la manterremo”: il primo ministro francese, Edouard Philippe, annuncia – dopo l’esplosione del fenomeno dei gilet gialli – che il governo “accompagnerà” i francesi nelle scelte, anche difficili, che sono state fatte “per il bene della Francia”. Ma la carbon tax “è confermata”, ha assicurato.

Popolarità in caduta libera

Emmanuel Macron perde altri 4 punti a novembre nei sondaggi di popolarità ed ormai è soltanto un francese su 4 ad apprezzare l’operato del presidente. Secondo una ricerca Ifop, Macron tocca il suo minimo assoluto nei 18 mesi di presidenza con il 25% di popolarità. Gli intervistati che si dicono “molto soddisfatti” di Macron sono soltanto il 4%, quelli “piuttosto soddisfatti” il 21%. I “piuttosto scontenti” il 34%, i “molto scontenti” il 39%.

Nel silenzio di Emmanuel Macron, ieri in visita in Germania, è stato Philippe a prendere la parola per spiegare come andranno ora avanti il presidente e il suo governo: “capisco l’esasperazione fiscale – ha detto in diretta al telegiornale di France 2 – ma non si cambia rotta quando si alza il vento”. Alla domanda sulla tassa-carbone, all’origine della rabbia dei gilet gialli, ha escluso ogni arretramento: “teniamo duro non per rompere le scatole ai francesi, ma perché siamo convinti che le tasse debbano pesare più sul carbonio che sul lavoro”.

Il giorno dopo l’esordio sul campo di questo movimento nato su Internet contro il caro-carburante, si fanno i conti dei feriti e delle violenze e il bilancio non è così rassicurante come gran parte delle immagini diffuse lasciava sperare. I feriti della sola giornata di sabato – domenica ce ne sono stati di nuovi, uno grave – sono stati in realtà 409, una specie di bollettino di guerra. Ce ne sono quattordici gravi, 28 fra poliziotti, gendarmi e pompieri. 

Il movimento non si ferma

I gilet gialli, che non hanno dirigenti né istanze decisionali, riflettono sul web su nuove mobilitazioni. Si parla del primo dicembre, altri su Twitter pensano all’8 o al 15. Intanto, le estreme provano ad accaparrarsi il consenso della protesta: “è la nuova Francia”, ha detto Jean-Luc Melenchon (France insoumise, sinistrae radicale); “i francesi non ce la fanno più”, ha affermato Marine Le Pen (Rassemblement national, estrema destra).

Omicidio colposo

La donna che sabato aveva travolto e ucciso Chantal Mazet, la pensionata in gilet giallo che bloccava la strada in Savoia, è sotto inchiesta con l’accusa di violenze volontarie e omicidio colposo ma è stata rimessa in libertà vigilata. A Parigi – a parte un’apparizione dei gilet gialli a Disneyland con un’operazione parcheggi gratis per tutti – tutto tranquillo dopo l’assedio di sabato all’Eliseo. Dove si è appreso solo domenica che Emmanuel Macron non c’era. Si trovava, con la famiglia, nella residenza presidenziale della Lanterne, a Versailles.

Macron cerca il successo europeo

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“La nostra vera forza è l’unità, che non significa l’unanimità”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron parlando al Bundestag, la Camera del popolo tedesca ieri.

“Dobbiamo accettare che ci siano ritmi diversi nei progetti, Schengen, l’euro – ha elencato – ma tutto deve essere fatto nell’interesse dell’Europa unita”.

“Ci sono troppe potenze che cercano di dividerci, che s’immischiano nel nostro dibattito pubblico, che cercano di attaccare la nostra democrazia, che cercano di metterci gli uni con gli altri”, ha proseguito.

L’Europa ha “il compito di non lasciare andare il mondo alla deriva e di portarlo sul percorso della pace”, ha aggiunto Macron.

“Perciò l’Europa deve diventare più forte, accrescere la propria sovranità – ha aggiunto – perché non potrà crescere nel suo ruolo se diventa essa stessa un gioco delle grandi potenze, se non assume la responsabilità della propria sicurezza e per la propria difesa”.



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