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Bando paesi musulmani, in parte si può fare

La Corte suprema statunitense ha deciso che il cosiddetto bando sui musulmani voluto da Donald Trump potrà entrare parzialmente in vigore. I giudici si pronunceranno però definitivamente in ottobre, dopo avere ascoltato le parti.

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La più alta istanza giudiziaria americana ha stabilito che per ora il bando sugli ingressi da sei paesi musulmani (Siria, Iran, Sudan, Libia, Somalia e Yemen) si può applicare solo alle persone che non hanno legami con una persona o con una entità negli USA.

Potranno così entrare nel paese quelle persone che possono dimostrare di avere una stretta relazione famigliare negli USA o dei legami con un’azienda. Questo vuol dire, ad esempio, che uno studente ammesso a un’università sarà esentato dal bando, così come un lavoratore che ha accettato un’offerta di lavoro. Esentati anche i rifugiati con reali relazioni nel paese.

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La reazione del presidente Donald Trump non si è fatta attendere: “È una chiara vittoria per la nostra sicurezza nazionale […]. La mia prima responsabilità come comandante in capo è quella di garantire la sicurezza degli americani e la decisione di oggi mi dà uno strumento importante per farlo”, ha commentato in un comunicato.

E naturalmente non poteva mancare il consueto tweet, nel quale si rallegra che la decisione sia stata assunta da nove giudici a zero. 

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Non si è fatta attendere neppure la reazione di Amnesty International, che parla di un “bando intollerante” e chiede al Congresso di agire e di annullarlo una volta per tutte.

La misura – ha sottolineato Margaret Huang, direttore esecutivo di Amnesty International Usa – “creerà caos negli aeroporti. Invece che mantenere la sicurezza, questo bando demonizza milioni di innocenti”.

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