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Attacco all’arma bianca in un commissariato

Dispiegamento di forze all estero del commissariato sull Ile de la Cité
Strade chiuse sull'Ile-de-la Cité dove si trova il commissariato e anche Notre-Dame. Keystone / Ian Langsdon

Strage in questura a Parigi. Quattro funzionari di polizia - tre uomini e una donna - sono stati massacrati a colpi di pugnale nella centralissima sede della Préfecture de Police, di fronte alla cattedrale di Notre-Dame, da un collega a sua volta ucciso durante l'assalto.

L’uomo, Michael Harpon, affetto da sordità e con venti anni di servizio alle spalle, viene descritto come “un impiegato modello”, al di sopra di ogni sospetto. Secondo diverse fonti citate dai media transalpini, si era convertito all’Islam 18 mesi fa, ma nessun elemento consente di concludere, al momento, che si fosse radicalizzato. 

Gli agenti hanno perquisito il suo domicilio e hanno posto la moglie, anch’essa musulmana, in stato di fermo. Al momento, la procura antiterrorismo non ha ritenuto opportuno occuparsi dell’inchiesta e gli inquirenti propendono piuttosto per un movente personale, legato a un conflitto sul luogo di lavoro.

In questo giovedì nero per la polizia francese, all’indomani della “marcia della rabbia” degli agenti a Parigi, il presidente Emmanuel Macron si è rapidamente recato sulla scena del crimine per “testimoniare sostegno e solidarietà all’insieme del personale”.

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Chi era l’assalitore?

L’assalitore aveva 45 anni ed era nato a Fort-de-France, in Martinica, territorio francese d’oltremare. Prestava servizio come esperto informatico alla Drpp, la Direction du Renseignement de la préfecture de police de Paris, ovvero i servizi di intelligence. Non aveva “mai presentato difficoltà comportamentali” né “il minimo segno di allerta”, ha spiegato Castaner, che a causa dei fatti di Parigi ha dovuto annullare all’ultimo una visita in Turchia e Grecia incentrata sul nodo migranti. Il cosiddetto “premier flic de France”, il primo poliziotto di Francia, ha aggiunto che il suo ministero “è in lutto”.

I fatti

La folle spedizione di morte del funzionario si è consumata tra le 12:30 e le 13:00. Armato di un coltello in ceramica, ha attaccato tre agenti della Direction du renseignement de la préfecture de police in due uffici situati al primo piano della questura a due passi dalla Senna. Si è poi incamminato in altre zone dell’edificio colpendo sulle scale altre due funzionarie. Una volta sceso nel cortile un poliziotto ha invitato il killer a lasciare quel coltello da cucina con cui aveva già ucciso i quattro colleghi, poi ha aperto il fuoco, uccidendolo con un colpo alla testa.

Oltre ai quattro morti, un ferito è stato operato nel pomeriggio e le notizie sul suo stato di salute sarebbero “rassicuranti”, ha precisato Castaner. Intervistato da Bfm-Tv, il segretario per l’Ile-de-France del sindacato Alliance Police Nationale ha descritto un “funzionario modello” che fino ad oggi non aveva mai dato problemi.

Marcia di protesta

Proprio ieri 25 mila poliziotti erano scesi in piazza a Parigi per una “marcia della rabbia”, una manifestazione di protesta contro la pressione sempre più forte cui sono sottoposti gli agenti, fra terrorismo, scontri con i black bloc, mancanza di mezzi e progetti di riforma delle pensioni di categoria. A far da detonatore a questa manifestazione unitaria degli agenti, il malessere delle divise, testimoniato dal crescente numero di suicidi: 52 soltanto dall’inizio dell’anno, e spesso con l’arma di servizio. Una manifestazione senza precedenti negli ultimi 20 anni.

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